In un articolo del 29 marzo del 2023 L’Adige aveva previsto la chiusura di Eataly. Le notizie di questi giorni confermano quella previsione.
(di Giorgio Massignan) La recente notizia che Eataly, all’interno della stazione frigorifera dei Magazzini Generali, sta chiudendo, mette in risalto l’incapacità di chi ha amministrato e ci amministra, di considerare la città un organismo in continua evoluzione e quindi esigente di una pianificazione lungimirante, che non si limiti ai guadagni immediati degli investitori. Un po’ di storia.

Breve storia della trasformazione dei Magazzini Generali
Nel 1987, il Comune di Verona acquisì l’intera area demaniale dei Magazzini Generali. Dal 1999 tutta l’area venne sottoposta a vincolo come patrimonio di archeologia industriale. Nel 2002 il Comune di Verona cedette l’area, per sedici milioni di euro, alla Fondazione Cariverona, con il vincolo di realizzare un polo culturale. Appena acquisita l’area, la Fondazione avviò un programma di abbattimenti di tutti gli edifici con vincolo indiretto.
Dei 28 edifici del prezioso compendio di archeologia industriale ne rimasero meno della metà. Furono rimosse anche le rotaie che giustificavano la caratteristica e funzionale disposizione planimetrica ad albero degli immobili.
Per ottenere questa possibilità era necessaria la sdemanializzazione dell’area pubblica, operazione favorita anche da proposte di riqualificazione della stessa con ipotesi di un polo culturale ed un auditorium in una zona, la ZAI, che ne avrebbe avuto e ne ha un oggettivo bisogno.
Nel 2009 l’architetto Mario Botta presentò il 1° progetto di “restauro” della Stazione Frigorifera, che comprendeva la realizzazione di un auditorium previo sventramento dell’edificio. Nel 2011 la Fondazione Cariverona ottenne i primi cambi di destinazione d’uso da culturale a direzionale.
Sempre nel 2011, Mario Botta presentò il 2° progetto di “restauro” della Stazione Frigorifera, che prevedeva la distruzione sistematica di tutti gli elementi funzionali e d’arredo vincolati come beni culturali, compresi l’enorme e spettacolare cella frigorifera, la sala macchine, l’impianto di produzione del ghiaccio nel corridoio principale, gli apparati di controllo del freddo posto all’interno della cupola e la suggestiva disposizione radiale delle stanze interne.
Nel 2012 la Soprintendenza regionale (non quella veronese) stabiliva che l’auditorium, che non verrà mai realizzato e l’archivio di Stato, erano sufficienti a definire l’area polo culturale. Nel 2013 la Fondazione Cariverona ottenne ulteriori cambi di destinazione d’uso da culturale a terziario. Nel 2014 anche la Stazione Frigorifera perse la destinazione d’uso culturale e venne destinata a funzioni commerciali.
Nello stesso anno iniziò la sua ristrutturazione, con il vincolo conservativo del solo involucro esterno. A seguito, anche la proposta di uno spazio polifunzionale, ipotizzato all’interno della stazione frigorifera, l’edificio di maggior pregio in assoluto, tramontò per l’ipotesi di un nuovo centro commerciale, Eataly.