Dopo anni di sostanziale stasi, la raccolta differenziata nella città di Verona registra finalmente un progresso significativo. Secondo i dati recentemente trasmessi ad Arpav – l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto – la media cittadina ha raggiunto nel 2024 il 57%, con un incremento di circa quattro punti rispetto al 53% del 2023. Il dato, frutto della somma dei quantitativi raccolti da AMIA e da altri operatori attivati da alcune grandi utenze non domestiche, rappresenta un primo segnale di ripresa dopo un decennio di sostanziale immobilismo.
Il dato, che sarà ufficialmente certificato da Arpav entro novembre, è stato accolto con soddisfazione ma anche con la consapevolezza che la strada da percorrere è ancora lunga. Il presidente di AMIA, Roberto Bechis, ha commentato: “Se pensiamo che come città siamo stati intorno al 53% ormai da otto anni, il superamento del 57% rappresenta un miglioramento significativo. In termini assoluti, parliamo di un +8%, un dato che ci conforta perché dimostra che stiamo andando nella direzione giusta. È chiaro che le sfide non mancano – dal cambiamento delle abitudini al miglioramento della qualità della raccolta – ma voglio cogliere l’occasione per ringraziare i cittadini e le cittadine che si stanno impegnando. È uno sforzo collettivo che coinvolge tutta la città.”
Bechis ha inoltre ricordato l’obiettivo fissato per i prossimi anni: “Il passaggio dal 53% al 57% è un avvicinamento concreto all’obiettivo del 65% che ci siamo posti entro la fine del 2026. Raggiungerlo significherebbe ridurre le sanzioni imposte dalla Regione e destinare più risorse ai servizi per la città, oltre a diminuire l’impatto ambientale. Oggi Verona produce circa 60.000 tonnellate annue di rifiuto indifferenziato, e da analisi recenti sappiamo che quasi un terzo è plastica. Insistere sulla raccolta differenziata è quindi fondamentale, per l’ambiente e per la collettività.”
Sulla stessa linea, ma con tono più prudente, anche l’assessore alla Transizione ecologica e all’Ambiente del Comune di Verona, Tommaso Ferrari: “Il 57% è un risultato che ci dice che stiamo facendo passi nella direzione giusta. Ma indica anche che la strada è ancora lunga. Verona è ancora all’ultimo posto tra le province venete, e siamo determinati a risalire questa classifica. Il cambiamento è in corso: stiamo intervenendo in diversi quartieri, e in autunno prenderanno il via la quarta e la quinta area test all’interno dell’ansa dell’Adige. È un processo che implica una trasformazione culturale e pratica, sia nella vita privata che nelle attività economiche.”
Ferrari ha sottolineato l’importanza di un lavoro sinergico: “Se vogliamo che Verona esprima il meglio dal punto di vista ambientale e migliorare la qualità dei servizi riducendo il danno economico che poi paghiamo tutti tramite la TARI, serve una forte cooperazione tra Comune, AMIA e cittadini. I dati ci dicono che la direzione è quella giusta, ma serve una vera svolta. E noi siamo pronti a percorrerla insieme alla città.”
Differenziata in miglioramento, ma resta il nodo del secco
Oltre all’aumento quantitativo, si evidenziano progressi anche nella qualità della raccolta. Secondo le analisi effettuate da AMIA, sono diminuiti i materiali impropri conferiti nelle frazioni di carta, cartone, umido e vetro. Quest’ultimo ha raggiunto un livello di purezza del 98%, ma restano criticità legate all’errato smaltimento di ceramiche.
In calo, invece, la qualità della plastica, spesso contaminata da oggetti non conformi come giocattoli. Sul fronte del secco, Verona continua a produrre un volume molto elevato di rifiuto indifferenziato, che contiene al suo interno materiali – come la plastica – che potrebbero essere correttamente differenziati.
Il 2024 segna comunque un’inversione di tendenza. Per consolidare questi risultati, sarà necessario continuare ad investire in informazione, controlli e servizi, affinché la raccolta differenziata diventi sempre più un’abitudine diffusa e condivisa.