Per invogliare i giovani ad iscriversi alle Facoltà di Infermieristica del Veneto la Regione ha stanziato un voucher di 1000 euro l’anno per ciascuno dei 3 anni di corso per i nuovi iscritti che supereranno l’esame annuale di tirocinio.
Una misura concreta da 9 milioni di euro, una novità assoluta, tra le regioni a statuto ordinario, per rispondere a una situazione emergenziale in una società che sta invecchiando e che punta ad incentivare l’immatricolazione a Infermieristica. In Veneto mancano 3.500 infermieri, fatto che preoccupa per le ripercussioni che potrebbe avere a lungo andare sull’organizzazione del sistema sanitario regionale.
A fare il quadro della situazione sulla carenza di personale nelle professioni sanitarie è stata l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, che coordina la cabina di regia regionale.

“Nonostante l’incremento dei posti a disposizione nelle Università di Padova e Verona, passati dai 1.200 dell’anno accademico 2020/2021 ai 1.833 attuali, il numero delle immatricolazioni non è ancora sufficiente a soddisfare il fabbisogno. Il saldo tra infermieri assunti e quelli cessati è stato pari a – 359. A preoccupare, in particolare, è il dato relativo alle dimissioni inattese: si tratta di personale che torna nei luoghi di origine, nel Sud Italia ad esempio, o che passa dal pubblico al privato”.
Bigon. Togliere le tasse a Infermieristica
Critica il provvedimento Anna Maria Bigon, consigliere regionale veronese del Pd.
“Per rendere attrattiva la professione infermieristica – afferma Bigon- non servono misure una tantum ma un intervento strutturale su più fronti”.
“Una delle azioni su cui puntare per aumentare le iscrizioni all’Università è, casomai, quella di eliminare le tasse, visto il numero di posti liberi. Ma non dobbiamo solamente formare i nostri sanitari. Contemporaneamente – prosegue Bigon – bisogna aumentare le retribuzioni per chi già lavora, attualmente tra le più basse in Europa. Cosa che ha portato, parallelamente a condizioni di lavoro insostenibili, tra turni massacranti e ferie col contagocce, ad un flusso enorme di dimissioni tra gli infermieri dal sistema pubblico: ben 4.377 in Veneto dal 2019 al 2024. Il problema è che, una volta laureati, – osserva Bigon – in molti si rivolgono al privato o addirittura all’estero, dove vanno a percepire uno stipendio alto e la casa gratuita. Insomma, la situazione va affrontata su molteplici versanti e non con colpi di teatro ad effetto”.