(p.d.) La situazione dei detenuti nelle prigioni italiane, che si trovano in condizioni di pesante disagio a causa del caldo, è tornata di stretta attualità dopo il messaggio di Gianni Alemanno pubblicato dai social e ripreso dai media. E ha originato anche un gesto di umanità e di attenzione istituzionale: quello di Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati, che è andato nel carcere romano di Rebibbia a incontrare Alemanno che vi si trova rinchiuso dal 31 dicembre del 2024. 

Il traffico di influenze, vicenda emblematica

L’ex ministro, già sindaco di Roma e leader storico della destra sociale, è detenuto per il reato di “traffico d’influenze”, per il quale era stato condannato ad un anno e mezzo. Stava scontando la pena ai servizi sociali, quando, per una serie di infrazioni al regolamento che impone il ritorno al proprio domicilio nelle ore notturne, è stato arrestato e condotto in carcere.

Un fatto, come avevamo sottolineato insieme ad altri commentatori, che sa molto di ingiustizia, a fronte di una quantità di criminali che si sono macchiati dei delitti più orrendi e che, per un motivo o per l’altro, sono in libertà. Non ultimo il feroce mafioso Giovanni Brusca, riconosciuto come il principale responsabile organizzativo dell’attentato che ha ucciso anche il giudice Giovanni Falcone. 

Fontana è andato a trovare Alemanno in carcere
Gianni Alemanno

Alemanno aveva scritto un appello al Ministro della Giustizia Carlo Nordio sulle vergognose condizioni di sovraffollamento in cui versano le carceri italiane e sulla invivibilità che ne consegue. Ma senza avere una risposta concreta, nonostante proprio la riforma Nordio preveda in un futuro ormai prossimo il tramonto del “traffico di influenze”.

Un reato voluto a suo tempo dal governo Monti per bloccare il populismo giudiziario dei Cinque Stelle, e che stabiliva che non solo andasse punita l’effettiva corruzione di un pubblico ufficiale, ma perfino la semplice intenzione. Alemanno ha scritto quindi un appello ai Presidenti di Camera e Senato, riportato anche da L’Adige, in cui denunciava che con il caldo estivo la detenzione in spazi ristretti e in strutture prive di coibentazione e di condizionamento diventa una vera e propria tortura.

La sensibilità della terza carica dello Stato

Lorenzo Fontana, veronese, Presidente della Camera ha subito accolto l’appello e ieri, avvalendosi delle sue prerogative di parlamentare, è andato a Rebibbia dove ha incontrato l’ex sindaco. Un gesto di grande sensibilità umana che va la di là di ogni posizione politica e che è anche la dimostrazione di come la terza carica dello Stato non sia insensibile alla sofferenza dei carcerati, ultimi tra gli ultimi. Sulle condizioni di Alemanno ha detto: “Sta bene. Abbiamo bevuto anche un caffè in cella con i suoi compagni. Certo che stare in sei in pochi metri e con un caldo torrido non è facile”. Al sincero apprezzamento che chi scrive gli ha espresso, il presidente della Camera ha risposto con grande semplicità : “Mi pareva il minimo, ed è pure un precetto cristiano!”