Amazon non è il (solo) problema

(Simone Vesentini*) Quando si parla della crisi del commercio di prossimità, il dito viene puntato quasi sempre contro Amazon. È una spiegazione comoda, ma spesso non sufficiente. Nel centro storico di Verona la concorrenza online non è il problema, determinante bensì il l’evidenza di come la difficoltà di garantire ritiro e consegne semplici ed affidabili ai clienti stia penalizzando il commercio di prossimità.

Con la ZTL oggi attiva 24/24 e con la progressiva riduzione dei posti auto attorno al centro, per le attività non alimentari diventa sempre più complicato offrire un servizio di ritiro e consegna. Ogni commerciante deve arrangiarsi da solo: chi paga corrieri a prezzo pieno chi usa il proprio mezzo con mille limiti, chi non consegna affatto. E questo, inevitabilmente, spinge una parte della clientela verso gli acquisti online.

La proposta per far rinascere il centro

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Una proposta puó essere quella di creare una piattaforma digitale unica di consegna “dal” centro verso l’esterno, gestita da un unico operatore scelto tramite bando pubblico.
Un servizio semplice, tracciabile e sostenibile: i pacchi vengono raccolti nei negozi da mezzi elettrici, portati a un micro-hub ai margini della ZTL e da lì avviati al last mile fino a casa del cliente.

Con un’unica piattaforma digitale, chiara e multilingue, facile da capire ed usare anche per i visitatori stranieri.

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Un sistema così porta tre vantaggi immediati:

  • Economie di scala: costi più bassi per le attività grazie al volume condiviso.
  • Comunicazione più efficace: un solo marchio, una sola campagna da promuovere, più riconoscibilità per i cittadini ed i turisti.
  • Sostenibilità ambientale: meno furgoni ed autoveicoli che entrano e escono, più mezzi elettrici per le consegne nel centro storico.

Non parliamo di un progetto immediato ma di un’azione di medio periodo. Serviranno risorse economiche, una regia precisa e soprattutto il sostegno convinto del decisore pubblico. Abbiamo già esempi concreti, come “Cityporto” a Padova che dimostrano che questa strada è percorribile e può diventare autosostenibile.

Se vogliamo che il tessuto commerciale del centro resti vivo e competitivo, dobbiamo elaborare nuovo strumenti concreti per competere: non basta dire “compra locale”, bisogna renderlo facile e piacevole. Perché il centro di Verona non è solo un museo a cielo aperto, ma un cuore commerciale e sociale che va sostenuto e rafforzato.

(* Responsabile Federazione Esercenti pubblici e turistici di Confesercenti Verona)