(c.d.n.) Il cuore di Verona, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio mondiale, sta vivendo una trasformazione che rischia di snaturarne l’identità. Negli ultimi dieci anni le abitazioni destinate a uso turistico sono cresciute a dismisura, arrivando a saturare il centro con migliaia di appartamenti affittati a breve termine. Una tendenza che, secondo l’amministrazione comunale, non è più sostenibile.

Per questo Palazzo Barbieri ha deciso di intervenire con una modifica al Piano degli Interventi: un provvedimento che introduce paletti severi per chi vuole trasformare case e appartamenti in locazioni turistiche. La delibera è già stata approvata dalla giunta e ora attende il passaggio in consiglio comunale.

L’intento dichiarato è quello di restituire equilibrio tra turismo e vita quotidiana: non solo monumenti e piazze affollate, ma anche quartieri abitati da residenti. «Se il centro perde i suoi cittadini, Verona rischia di diventare un palcoscenico senz’anima», ha ribadito l’assessora all’Urbanistica Barbara Bissoli.

I numeri parlano chiaro: poco più di una trentina di alloggi turistici nel 2012, oltre 2.000 oggi solo nel centro storico. Una crescita esplosiva che ha contribuito ad alzare i prezzi degli immobili, ridurre l’offerta per i residenti e uniformare le attività commerciali, spesso rivolte quasi esclusivamente ai visitatori di passaggio.

La nuova linea mira a frenare ulteriori aperture non autorizzate e a incoraggiare la distribuzione dei flussi turistici verso zone meno conosciute della città. Un approccio che si intreccia anche con il Piano di Gestione Unesco, che richiede un monitoraggio attento per evitare che il turismo di massa comprometta la stessa iscrizione di Verona tra i siti patrimonio mondiale.

«Il turismo rimane una risorsa vitale», chiarisce il Comune, «ma va gestito in modo da garantire anche la qualità della vita di chi Verona la abita ogni giorno». La sfida ora passa al consiglio comunale, chiamato a bilanciare accoglienza e residenza