(o.a.) Alle volte fa più un buon piatto di tagliatelle di cento riunioni. Ieri sera il centrodestra veronese è tornato ad essere unito a tavola, davanti a un bel piatto di tagliatelle. Sede dell’evento il ristorante ‘Dal Gal’ di Leo Ferrrari, consigliere comunale, anche lui della partita assieme a Massimo Mariotti, promotore della ri-unione, e Maria Fiore Adami, Anna Bertaia, Patrizia Bisinella, Antonio Lella, Paolo Rossi, Nicolò Zavarise e Salvatore Papadia. In pratica i consiglieri comunali di tutti i partiti del centrodestra che siedono nei banchi dell’opposizione a Palazzo Barbieri.
E la foto che pubblichiamo, anche se molti scettici potrebbero pensare ad un fotomontaggio, è reale.
Era dai tempi della 2ª giunta Tosi che non avveniva qualcosa del genere, vale a dire da quasi 10 anni. E per questo la cena di ieri assume un significato politico rilevante perché sta a significare che sono cadute certe barriere che erano state poi all’origine della scelta del 2022 di correre divisi alle comunali che hanno visto prevalere la sinistra. Fatto raro in una città, Verona, notoriamente di centrodestra. Con tutto quello che ne è conseguito.
Il ‘patto delle tagliatelle’ dopo il ‘patto della crostata’?
A tavola davanti ad un suo bicchiere di vino ed alle ottime tagliatelle fatte di casa nella cucina del ristorante di Leo Ferrari, hanno parlato e scherzato amabilmente i consiglieri ‘tosiani’, della Lega e di Fratelli d’Italia.
Un nuovo ‘patto della crostata’, ’accordo di cui fu promotore Berlusconi nel 1997 durante una cena? D’altra parte la storia insegna che durante la 1ª Repubblica le scelte più importanti che venivano prese dalla Democrazia Cristiana, dal partito Socialista e dai loro alleati, venivano prese sempre a tavola.
Un patto della tagliatella? Forse è presto per dirlo, ma la cena di ieri più che un fatto culinario è un fatto politico
