Dal Cero: una nuova rotta per il Consiglio di bacino. E per AGS un futuro di forte sviluppo

«Debbono dircelo i numeri: cosa è più conveniente per i cittadini lo diranno i nuovi piani economico-finanziari che l’assemblea del Consiglio di bacino ha deliberato di far redigere nell’ultima assemblea. A conti fatti si vedrà quale sarà la soluzione migliore ed usciremo da questa fase di provvisorietà che dura da troppo tempo. E sarà un bene per tutti, anche per Serit»: Giovanni Dal Cero, avvocato, è il sindaco (Lega) di Castelnuovo del Garda. E’ stato l’amministratore che ha portato avanti l’opposizione dei 20 comuni rivieraschi nel Consiglio di bacino Verona Nord raccogliendo anche l’adesione di un’altra dozzina di Comuni dell’est veronese chiedendo una assemblea urgente per tracciare la nuova rotta del Consiglio.

«E quella nuova rotta alla fine è uscita dalla discussione – spiega Dal Cero a L’Adige – e debbo dare atto al presidente Gianluigi Mazzi di aver recepito ed accolto la volontà della maggioranza dei Comuni portando all’assemblea un documento che alla fine è stato approvato praticamente da tutti. Questa ritrovata unità ci fa andare verso una soluzione che consente di pianificare il futuro – che non è fatto soltanto di raccolta dei rifiuti, ma anche di impianti di lavorazione e smaltimento, questi ultimi assenti nel nostro territorio  – e di garantire ai Sindaci il miglior servizio al costo più competitivo».

L’assemblea – come riportiamo in questa intervista – ha deciso di far predisporre un piano economico finanziario che valuti la convenienza di una raccolta nel bacino affidata a due realtà distinte: l’Azienda Gardesana Servizi, a Ovest, e una newco per i restanti 38 Comuni.  «Da un lato, i sindaci hanno bisogno di poter agire sul versante della raccolta in modo da rispondere immediatamente alle necessità del loro territorio; dall’altro, dobbiamo uscire dalla provvisorietà. Dobbiamo poter pianificare su un arco temporale pluriennale.  I  numeri ci diranno che fare, mal che vada resta sempre la gara europea…».

La gara, però, è l’estrema ratio. Anche perché AGS è già pronta ad operare: «E’ la nostra multiutility e non è soltanto impegnata sul collettore: dai servizi cimiteriali all’illuminazione pubblica, all’efficientamento energetico degli edifici. Ha un progetto importante – quello di servire un’area ricca di imprese, di residenti e di milioni di turisti ogni anno – sviluppando anche sinergie con gli altri operatori locali. Ricordo Garda 1, la multiutility con sede a Padenghe sul Garda controllata da trentun Comuni della costa lombarda…Questo è un territorio che troppi considerano marginale, ma che invece è centrale. AGS è in grado di crescere e dare risposte concrete ai Comuni».

Un territorio ricco ma stretto da veri colossi del settori –  A2A a Brescia, Dolomiti Energia a Trento, AgsmAim a Verona – , ma che vede attivi tre operatori locali: AGS, Garda 1 – che era stato al centro delle attenzioni della stessa Agsm che aveva iniziato a sviluppare con la multiutility bresciana la diffusione della mobilità elettrica e la connettività in fibra ottica -, e la mantovana Tea.

«Quello che poi abbiamo raggiunto in assemblea – prosegue Dal Cero – è la scissione delle figure fra controllante e controllore nella direzione del Consiglio di bacino. A fine dicembre scade la convenzione con il Consorzio Verona 2 che ci fornisce la struttura operativa, assente nel nostro Consiglio di Bacino. Abbiamo stabilito però che chi dirige il Consorzio non può dirigere il nostro Consiglio. Mi sembra un atto di chiarezza necessario». Resta l’incognita Serit: «Premesso che i lavoratori non hanno il posto di lavoro a rischio, è bene anche per Serit stessa che si arrivi in fretta ad un piano pluriennale certo. Dobbiamo uscire da un regime di proroga che ne condiziona la vita. E’ stato proposto un prezzo di cessione, lo valuteranno i tecnici sulla base di elementi oggettivi».

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