La cocaina allo stadio specchio di una piaga sociale. Ma le speculazioni politiche non servono a combattere la droga

(di Paolo Danieli) La cocaina è dappertutto. Anche allo stadio. Ma non solo al Bentegodi. Non è una novità che fra gli ultras di alcune squadre ci siano anche degli spacciatori. E non meraviglia se anche fra i tifosi dell’Hellas ne siano stati beccati una dozzina a consumare coca nei  gabinetti della curva sud. Bravi quelli della Polizia che hanno scoperto il ‘giro’. Meno quelli delle altre città dove c’è da scommettere che accada la stessa cosa.

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Ciò non significa che tutti gli ultras siano drogati, ma piuttosto che la droga, che ha infettato tutta la società, gira anche fra i tifosi.

E’ un fenomeno di massa, tanto che è ormai possibile monitorarlo perfino dalle acque reflue dove, attraverso i metaboliti degli stupefacenti, si può anche quantificare la percentuale di consumo fra la popolazione, che a Verona è di 8/9 dosi per mille abitanti al giorno. In altre città anche di più. Una quantità enorme che rivela il grande business che c’è dietro.

Cannabis e cocaina si sono diffusi presso tutte le categorie, senza differenza d’età, di sesso, di ceto sociale. Sniffano e si fanno le canne professionisti e operai, ricchi e poveri, maschi e femmine, tifosi dell’Inter e del Verona.

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Purtroppo è una delle conseguenze del modello di società in cui viviamo. Sulle cause e sui rimedi si potrebbe scrivere a lungo. Ma ci sono due cose da non fare.

Pensare che lo sport, che è sempre stato considerato uno dei principali strumenti per tenere i giovani lontani dalla droga, non lo sia più per il fatto che venga spacciata e consumata allo stadio. Il fatto che essa circoli fra i tifosi non significa che lo sport abbia perso la sua funzione. Anche perché un conto è farlo lo sport, ed un altro andare a guardare chi lo fa. 

L’altra cosa da non fare è imbastire una speculazione politica sugli arresti degli ultras veronesi, che hanno la fama di essere di destra, da parte di alcuni esponenti di un piccolo partito di sinistra che in questa occasione hanno accusato la destra di stare in silenzio. 

La droga è una piaga sociale che non fa distinzioni politiche. Colpisce tutti. Si può discutere su come combatterla. Se liberalizzare certe droghe o no. Ma specularci sopra è decisamente squallido.

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