Manca un mese al bilancio di fine 2022. E in undici mesi è già una strage: sono 104 i morti sul lavoro in Veneto. Si tratta di 7 vittime in più dello scorso anno. Ed è la seconda regione in Italia per numero di decessi.

La situazione in Veneto diventa sempre più drammatica. E il numero di vittime ne è una chiara testimonianza. Così come la presenza della regione in zona arancione che, nella mappatura dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, è quella in cui l’incidenza di mortalità risulta essere più elevata, anche se di poco, rispetto alla media nazionale.

“A fine novembre 2022 si contano 7 vittime in più rispetto al 2021. E l’emergenza si aggrava sul fronte della sicurezza sul lavoro nella nostra regione – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre – dati drammatici soprattutto considerando che da questi numeri, rispetto al 2021, sono quasi completamente spariti gli infortuni mortali per Covid. Teniamo a sottolineare ancora una volta questo aspetto dell’indagine, perché porta ad una conclusione molto tragica: gli incidenti mortali accaduti nel 2022, esclusi i casi Covid, sono aumentati notevolmente rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo è particolarmente vero per alcuni settori, tra i quali le costruzioni, che sono passate da 5 morti nei primi undici mesi del 2021 a 15 nello stesso periodo del 2022″.

“Ed ora, ad amplificare il fenomeno infortunistico in Veneto arriva anche la conferma per il secondo mese successivo della regione in zona arancione; ovvero – spiega il Presidente dell’Osservatorio Vega Engineering – quella in cui l’incidenza di mortalità risulta essere superiore rispetto alla media nazionale insieme a quella ancor più drammatica rappresentata dalla zona rossa”.

E infatti se i numeri non lasciano dubbi sull’emergenza, ancora meno, ne lasciano i dati sull’incidenza della mortalità. L’Osservatorio mestrino ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro, dividendo l’Italia a colori alla stregua della mappatura utilizzata durante l’emergenza pandemica. La zona arancione, quella in cui è entrato il Veneto già a fine ottobre, è la zona che – subito dopo la rossa – raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro superiore alla media nazionale. In sostanza, a fine novembre 2022 il rischio di infortunio mortale in Veneto è superiore rispetto alla media nazionale.

Da gennaio a novembre 2022, infatti, il Veneto ha un’incidenza infortunistica di 32,7 superiore al valore medio nazionale pari a 32 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati. Se è vero che il dato è di poco superiore al valore medio nazionale, va pure detto che nel 2021, nello stesso periodo, il Veneto era in zona gialla, cioè con un indice di incidenza inferiore alla media nazionale.

A fine novembre 2022, sono quattro le province venete che si trovano in zona rossa: Belluno, Verona, Rovigo e Venezia. Ed è Belluno la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di mortalità pari a 69,9 infortuni mortali ogni 1.000.000 di lavoratori, ossia un valore più che doppio rispetto alla media regionale di 32,7 e a quella nazionale di 32). Seguono: Verona (47), Rovigo (43,1) e Venezia che entra per la prima volta in zona rossa (40,2); seguono: Vicenza in zona arancione (32); e poi Padova (20,8) e Treviso (12,8), le uniche province che continuano a rimanere in zona bianca.

Guardando i numeri assoluti, sono 104 le vittime sul lavoro rilevate da gennaio a novembre 2022 in Veneto: 68 hanno perso la vita “in occasione di lavoro” e 36 “in itinere”, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno a fine novembre erano 97 in totale, delle quali 27 in itinere, a dimostrazione di un incremento degli infortuni mortali avvenuti nel percorso casa lavoro, ossia nella circolazione stradale.

E, purtroppo, la regione è al secondo posto nella graduatoria nazionale per infortuni mortali in occasione di lavoro dopo la Lombardia (115). In tutta Italia sono 722 i decessi verificatisi in occasione di lavoro. 1.006 compresi quelli in itinere. In conclusione, a livello nazionale, un infortunio mortale ogni 10 avviene in Veneto.

Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro nei primi undici mesi del 2022 sono 68 in Veneto e vengono rilevati in provincia di: Verona (19), Venezia (14), Vicenza (12), Padova (8), Belluno (6), Treviso (5) e Rovigo (4).

Nei primi undici mesi dell’anno crescono del 24,5% le denunce di infortunio totali: erano 62.953 a fine novembre 2021, sono 78.371 nel 2022. Quello delle Attività manifatturiere è il settore più colpito in occasione di lavoro (13.177 denunce), seguito da Sanità (10.637) Trasporti (4.648) e Costruzioni (3.952).

Alla provincia di Treviso la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 15.153. Seguono: Vicenza (14.960), Verona (14.861), Venezia (14.278), Padova (13.434), Belluno (2.991) e Rovigo (2.694). Infine, sono 30.909 le denunce delle donne lavoratrici e 47.462 quelle degli uomini. Le denunce dei lavoratori stranieri sono 17.573 (il 22,4% del totale).