«Verona dimenticata dalla Regione che qui non farà avere che briciole dal Recovery plan»: Vincenzo D’Arienzo, senatore PD tuona contro la Giunta Veneta che il 17 novembre ha approvato la sua “lista dei desideri” per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato con i soldi del Recovery Fund.
Si tratta di un parco progetti enorme, per un volume di risorse pari a 24,984 miliardi (15,5 miliardi priorità 1 “indispensabile” e 9,4 miliardi con priorità 2 “necessario ma non indispensabile”). L’indicazione delle priorità da parte della Regione è decisiva per la realizzazione: il Veneto ha chiesto quasi il 12% del totale delle risorse che l’Unione Europea mette a disposizione dell’Italia. Ma, spiega D’Arienzo, come al solito i progetti per Verona sono pochi e quelli presentati hanno la priorità 2, ovvero “necessario ma non indispensabile”, quindi, progetti di serie B.
Un esempio? Per la conversione eco-sostenibile del sistema della mobilità, la proposta per Verona è l’accesso ferroviario al litorale Lago di Garda per 1 miliardo di euro con priorità 2. In questa previsione parrebbe rientrare anche il collegamento ferroviario Stazione Porta Nuova – Aeroporto Catullo. Quella priorità è la prova provata che non avverrà mai. Se le opere devono concentrarsi entro il 2026 e per questa proposta non esiste neanche il progetto di fattibilità, in che modo una proposta “necessaria, ma non indispensabile” potrà vedere la luce?
E ancora: la proposta di realizzare l’asse autostradale Nogara – Mare adriatico per 2 miliardi di euro, ma con priorità 2, tanto che certamente non sarà realizzata. Evidenza D’Arienzo: «Fa specie vedere il giochino: nel 2019 la Regione ne blocca il project financing (e vince contro i ricorsi), poi la inserisce nel Piano Regionale Trasporti a luglio 2020 e adesso chiede i soldi del Recovery Fund per pagare il proprio contributo pubblico che la concessionaria aveva chiesto – pari tra 1,2 a 1,8 miliardi di euro – ragione per la quale aveva bocciato tutto e vinto fino al Consiglio di Stato. Questo per dire che si tratta di un’evidente presa in giro che non passerà inosservata a Roma. Un’opera così rilevante va individuata come strategica ed indispensabile. Invece, l’hanno messa lì come fumo negli occhi».
Aggiunge il senatore Pd: «E’ incredibile la volontà di finanziare la nuova strada provinciale mediana con il PNRR per 400 milioni di euro. Sebbene sia priorità 2, quindi, non passa, va detto che si tratta di un favore al concessionario autostradale A/22. Infatti, quella strada deve essere realizzata attraverso il rinnovo della concessione ad Autobrennero attualmente in corso. Nelle proposte non troviamo invece traccia del progetto esclusivamente dedicato al collegamento ferroviario tra la stazione di Porta Nuova e l’Aeroporto (c’è già il progetto preliminare), nulla di nulla sulla elettrificazione della linea Verona/Rovigo e men che meno notizie sulla metropolitana di superficie Peschiera/S.Bonifacio/Domegliara/Legnago, per finire miseramente con la totale assenza di richieste per la variante alla SS 12».
Sulle bretelle da e per gli aeroporti Verona si trova così senza un euro a disposizione: al contrario di Venezia che è già nel piano delle Ferrovie, di Treviso con CDP e di Orio al Serio-Bergamo dal decreto Olimpiadi.
Alla fine di condivisibile c’è soltanto la priorità 1 per finanziare il nuovo collettore del sistema di raccolta dei reflui nel Bacino del Lago di Garda. «120 milioni di euro che possono far parte del PNRR e meno male che c’è il Recovery fund. Il Governo Renzi, quando ha destinato i suoi 100 milioni, non ha aspettato l’aiutino. La Regione, si».
Altri punti dolenti per Vincenzo D’Arienzo la scarsa richiesta sulle energie rinnovabili (appena 30 milioni in priorità 1 su 25 miliardi richiesti), sui progetti d’inclusione sociale e sulla cultura. Troppo poco per Verona, l’ennesimo segnale di disinteresse.