(di Giovanni Serpelloni) Un quesito ancora attuale che, vista la posta in gioco, da sempre ha scatenato risposte e reazioni più svariate, anche violente, sia da parte degli stati accusati che accusatori. Attacchi e difese ad alta intensità, visto le possibili conseguenze in termini di responsabilità che ne possono derivare dallo scoprire la verità. Come autorevolmente dichiarato dai colleghi Guido Silvestri (Virologo e professor Emory University – Atlanta, Georgia) e Giorgio Palú (Virologo e presidente AIFA) , deve essere chiaro che ad oggi le due ipotesi – origine “naturale” e virus di “laboratorio” – sono, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, entrambe plausibili, e chiunque dica che una delle due è “certa” (oppure al contrario che è sbagliata) fa una affermazione non giustificata dalle attuali conoscenze scientifiche. Resta quindi ancora aperta l’ipotesi “laboratorio”.
Per sciogliere questo dilemma, da più autorevoli e indipendenti organizzazioni e singoli scienziati viene invocata trasparenza da parte dei laboratori cinesi che non hanno ancora aperto fino in fondo i loro archivi di lavoro. Il mondo e non solo la scienza ha bisogno di sapere, uscendo definitivamente dal dubbio e chiarendo se esistano responsabilità identificabili. Ma questo spaventa e fa attivare costanti quanto sospetti atteggiamenti di difesa se non addirittura di rifiuto. La manipolazione mediatica, sia in un senso che nell’altro, fa il resto del pasticcio comunicativo spesso messo in atto dai “contendenti” per avvalorare le proprie tesi difensive o accusatorie che siano, per finalità politiche o economico-finanziarie. Prima di qualsiasi giudizio è necessario uscire dal dubbio scientifico che in ogni caso ancora esiste ed è scientificamente, socialmente e eticamente insopportabile. Per uscire da questo dubbio, riprendendo e sottoscrivendo totalmente le parole di Silvestri, per quanto mi riguarda, io condivido ciò che è stato scritto su Scienze solo alcuni giorni fa da un gruppo di “giganti della virologia”, tra cui Pam Bjorkman, Ralph Baric, David Relman, Ruslan Medzhitov, Michael Worobey e vari altri: “Dobbiamo prendere sul serio sia l’ipotesi dell’origine naturale che quella dell’origine di laboratorio. Una indagine valida deve essere trasparente, oggettiva, basata sui dati, fatta da esperti di varie discipline, soggetta a revisione indipendente, e gestita in modo tale da limitare i conflitti di interesse. Agenzie di salute pubblica e laboratori di ricerca devono aprire i loro archivi al pubblico.”
Purtroppo l’ipotesi “origine da laboratorio” è probabile e ad oggi non può essere definitivamente esclusa, quindi è indispensabile procedere con tutte le verifiche necessarie. La verità ci renderà liberi e in ogni caso più prudenti.