Il bilancio delle vittime sul lavoro del 2021 non è ancora chiuso. E i decessi in Veneto sono già 97. Questo il numero dei morti rilevati nella regione da gennaio a novembre, con un incremento della mortalità del 20% rispetto al 2020. Dato che purtroppo si conferma ancora in controtendenza rispetto alla media del Paese che fa rilevare un decremento 3% degli infortuni mortali (da 1.151 del 2020 a 1.116 del 2021).
In Veneto da gennaio 2021 a fine novembre sono 70 le vittime rilevate in occasione di lavoro (+ 18,6% rispetto al 2020 quando erano 59) e 27 i lavoratori che hanno perso la vita in itinere (+ 22,7% rispetto al 2020 quando erano 22). Così la regione è al 7°posto nella graduatoria nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro.
Il Veneto, però, continua a rimanere tra le regioni a minor rischio di mortalità sul lavoro. Nei primi undici mesi del 2021 resta in zona gialla, secondo il sistema di categorie basato sull’indice di incidenza, cioè il rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa presente nella regione, proposto dall’Osservatorio Sicurezza Vega.
Ed è questo l’indicatore più importante per definire il livello di sicurezza dei lavoratori per Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, che ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro; dividendo l’Italia a colori proprio alla stregua della mappatura dell’emergenza pandemica. Infatti, nella nuova zonizzazione elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, il Veneto è ancora in zona gialla, cioè la seconda fascia, dopo la bianca, che raggruppa le regioni con incidenza degli infortuni mortali sul lavoro inferiore alla media nazionale.
Infatti, nei primi undici mesi del 2021 il Veneto fa registrare un’incidenza di mortalità compresa tra 0,75 e 1 rispetto alla media nazionale (Im – Indice incidenza medio, pari a 38,5 morti ogni milione di lavoratori).
“Continuiamo a rilevare un incremento della mortalità in Veneto. Ma siamo certi che questa tendenza sia la conseguenza della significativa ripresa economica e produttiva della nostra regione negli ultimi mesi – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – Siamo anche altrettanto convinti che, proprio come accade per il Covid l’incidenza rispetto alla popolazione di un territorio deve diventare il vero parametro per decretare un maggiore o minore rischio di mortalità”.
Ed è Rovigo la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più. L’indice di incidenza per la provincia rodigina, infatti, è pari a 64,2, contro una media regionale di 33,1. Seguono: Verona (40,6), Venezia (35,7), Padova (30,3), Treviso (28,2), Vicenza (24,6) e Belluno (23).
Verona è la provincia in cui si conta il maggior numero assoluto di vittime. Crescono, poi, dell’11% le denunce di infortunio: 6.320 in più dello scorso anno (passati da 56.633 a novembre 2020 a 62.953 a fine novembre 2021). A Verona la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce di infortunio: 12.840. Seguono: Vicenza (11.979), Treviso (11.804), Padova (11.584), Venezia (10.194), Belluno (2.383) e Rovigo (2.169).