La dg di Confindustria Francesca Mariotti, presentando le previsioni d’autunno del centro studi degli industriali parla di uno scenario economico “complesso, un po’ fosco, zavorrante”.
“Questa è una emergenza nazionale, non riguarda più solo imprese e industria, riguarda tutti”, avverte: “Interventi tamponi non saranno sufficienti e neanche più tanto possibili: abbiamo una incertezza di tempi: quanto durerà? Certamente non poco. Una emorragia di risorse pubbliche non possiamo permettercela”.

Il centro studi confindustriale avverte che  “lo shock energetico abbatte le prospettive di crescita”, e prevede per il 2023 un Pil a crescita zero e che  “l’Italia cade in stagnazione” con “un’inflazione record”. La crescita del Pil per il 2022 (+3,4%) è già tutta acquisita ed è molto superiore a quella che si prevedeva sei mesi fa. Per il 2023, invece c’è una forte revisione al ribasso rispetto allo scenario di aprile (-1,6 punti) che porta alla stagnazione in media d’anno”.

Lo shock dei prezzi dell’energia, con una incidenza che sale al 9,8% dei costi totali ha raggiunto “livelli insostenibili”.
La disoccupazione è prevista in aumento all’8,1% in media nel 2022 e all’8,7% nel 2023. L’inflazione ora su livelli “record” nelle previsioni per il 2022 “in media, si assesterà al +7,5% (da +1,9% nel 2021)” mentre “nel 2023, è attesa in discesa, ma ancora elevata, al +4,5% in media”.  

“L’incidenza dei costi energetici sul totale sale da 4,6% a 9,8%, livelli insostenibili, ai quali corrisponde, nonostante un rialzo dei prezzi di vendita eterogeneo per settori, una profonda riduzione dei margini delle imprese”. “Se si riuscisse a imporre un tetto di 100 euro al prezzo, il Pil guadagnerebbe l’1,6% nel biennio”. Questa l’analisi del centro studi di Confindustria.