Dopo il tira e molla politico sulla possibilità per Zaia di ricandidarsi alla presidenza della regione Veneto e dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile questa opzione era lecito e anche normale pensare che il tormentone sul 3° mandato dei governatori fosse finito una volta per tutte.  E con esso la possibilità per il presidente del Veneto di ricandidarsi per la 4ª volta. Invece no. 

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Il capo dell’organizzazione di FdI Giovanni Donzelli che ha affermato: «Non c’è una preclusione ideologica ad affrontare il tema del terzo mandato se viene posto dalle Regioni. Noi abbiamo detto che è sbagliato che ciascuna Regione scelga il numero dei mandati, deve esserci una riflessione nazionale. È un tema da affrontare come equilibrio tra poteri».

In pratica il partito della Meloni apre a Zaia ed è possibilista sul 3° mandato.  Se ne può discutere, precisa Donzelli, specie se la Conferenza delle Regioni lo chiedesse con apposito documento. L’importante è scegliere i candidati migliori, bla bla bla.

Un’inversione ad U rispetto all’atteggiamento tenuto precedentemente che fa pensare a qualche trattativa riservata con la Lega che tiene moltissimo alla presidenza del Veneto, così da avere una sorta di continuità territoriale con la Lombardia e il Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente guidati da Fontana e Fedriga, entrambi del Carroccio. 

3° mandato. Tormentone senza fine

Il cambio di rotta dei Fratelli ha scatenato le critiche della sinistra.
«Vera o strategica che sia, l’apertura di FdI,- dice la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto Vanessa Camaniche rimette di nuovo in ballo la discussione sul terzo mandato, è il segno di un’alleanza di destra che piega le regole democratiche ai propri interessi».

Terzo mandato incostituzionale


«Dopo i recenti, netti pronunciamenti della Consulta sul tema e dopo l’impugnazione dello stesso Governo Meloni sulla legge trentina
– spiega l’esponente dem – siamo di fronte a una virata che lascia oggettivamente sbalorditi. E alla quale è possibile dare varie interpretazioni, dal tentativo di dilazionare i tempi delle prossime elezioni regionali fino a quello di dare alla Lega e a Zaia un ‘contentino’ prima dello scontro finale. L’unica cosa certa è che tutto questo avviene in barba dei principi costituzionali ribaditi a più riprese, e degli stessi cittadini».

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«Il Veneto – continua Camani – che attende di aprire una nuova stagione dopo i 15 anni di governo Zaia, viene infatti trattato come merce di scambio tra i partiti della maggioranza. Senza rispetto per niente e nessuno, e attraverso schermaglie prive della minima coerenza e responsabilità, cose che in politica dovrebbero essere invece due colonne portanti. Quale credibilità hanno le aperture sull’ennesimo mandato per Zaia quando sono pronunciate da chi fino a ieri negava anche solo la possibilità di pensarci? In politica si può anche cambiare idea, ma qui siamo davvero di fronte alle giravolte, talmente esplicite da non risultare neppure credibili».

Ma anche nel centrodestra la giravolta di FdI non è piaciuta. 

Forza Italia ha fatto sapere che rimane dell’opinione che il 3° mandato non è ammissibile.