(di Emanuele Torreggiani) Nove grammi di piombo. Eccola lì la paga del soldato a conguaglio di una vita in divisa. Trattamento di Fine Rapporto pesato. Nove grammi. Ieri mattina, sul presto. Già col sole alto e la sterpaglia arida. Ultimo giorno di servizio, brigadiere. Ore sette del mattino. Ultimo servizio notturno. Rapina. Allarme. Intercettate l’auto dei due. Sono anch’essi figli del lumpenproletariat meridionale. Figli della stessa medesima terra. Tu, brigadiere, hai scelto lo Stato, il lavoro, il pane a vita, i turni, il risparmio. Loro hanno scommesso. Hanno preso in mano il ferro e via alla ventura.
Vi siete incontrati ieri mattina sul presto. Hanno la tua età, traguardano i sessanta. Vecchi arnesi a corto d’ossigeno liquido. Un CV, il loro, ben conosciuto, si vedrà poi. Una rapina da poveracci a un distributore. Spiccioli. E tu, vecchio brigadiere dal cuore sempre in recluta, non ti sei tirato a lato. Intercettati. Inseguimento. Scozzonata in auto. Conflitto. Hai seguito la procedura anziché sventagliare a raffica. E ti hanno buttato giù. Sulla terra. Nella polvere arida di questa estate già finita.

Non sei morto subito, hai avuto il tempo di sentire il futuro imminente: il pianto disperato delle tue due bambine. E sei morto così tra quelle lacrime inconsolabili in un cielo che indorava di luce viva. La tua paga. Sei morto da soldato, nella tua divisa, col tuo ferro in mano, nel tuo sangue. Una bella morte. Feroce. Pulita. Pulita nella sozzura di una Patria irriconoscente e vile. Marcia.
Brigadiere, sei vissuto e morto da uomo
Le Sue figlie, signor brigadiere, già ora lo sanno. Mio papà non ha avuto paura, lo diranno ai tuoi nipoti quando sarà il tempo. Sono gli uomini come lei, signor brigadiere, che tengono in piedi questo paese. Come i due della Polizia intervenuti che hanno riaperto il fuoco. E uno dei due rapinatori è andato giù sotto il piombo. Con la faccia dentro la terra. Ed è finita così. Sono gli uomini come voi, che non si tirano indietro dalla sporcizia. Che fanno il mestiere sporco. Per due soldi. Perché alla fine non sono i soldi, alla fine è quello che sei. Quello che sei.
Poi le agenzie battono i saldi della retorica. Chissà se i piagnucolanti d’oggi, le prefiche ambosesso d’ingaggio mediatico, s’adopreranno a far ritornare alla tua vedova ed alle tue bimbe la pensione che le spetta senza dover, ella, ricorrere alle estenuanti, sfibranti attese in coda col numero in palmo, presso un patronato sito in un falansterio d’aria vizza di piedi sporchi e ascelle. Chissà. Chissà se il tuo TFR ti verrà erogato con la rapidità cui viene accreditato a un qualunque parlamentare cui s’accredita il bonus d’uscita. Chissà. Addio brigadiere. Sei vissuto e morto da uomo.