(Angelo Paratico) In questi giorni di grande afa avremmo tutti bisogno di ventilatori, più che di condizionatori. I condizionatori consumano troppa energia elettrica e generano un flusso di aria gelata che può nuocere alla salute. Ricordo un amico che s’era addormentato sotto a un condizionatore e al risveglio, sentendosi male andò allo specchio e inorridì. La parte destra del suo viso era come caduta e pensò subito a un ictus, corse in ospedale ma gli dissero che era stato una parziale paralisi del nervo facciale. Gli ci vollero tre mesi per ritornare alla normalità.

Questo non potrà mai succedere con dei ventilatori a soffitto, usatissimi in passato e ora quasi dimenticati, che fanno da lampadario e muovono gentilmente l’aria.
I più antichi ventilatori a soffitto furono inventati in India cinque secoli prima di Cristo e sono noti come Punkah. Venivano ricavati da foglie di palma indiana cucite fra loro e che si muovevano lentamente avanti e indietro. Originariamente azionati manualmente, tramite una corda, oggi vengono alimentati elettricamente tramite un sistema a cinghia.

Il ventilatore da soffitto elettrico, simile a quello che usiamo ancora, fu inventato nel 1882 da Philip Diehl e per muoverli aveva modificato il motorino usato nelle macchine elettriche Singer. Così ogni ventilatore aveva un proprio motore autonomo, senza bisogno della trasmissione a cinghia.
Fu immediatamente un successo commerciale e per offrire un nuovo incentivo Diehl creò un kit di illuminazione da montare sul ventilatore per combinare entrambe le funzioni in un unico apparecchio. Entro la Prima guerra mondiale la maggior parte dei ventilatori da soffitto era dotata di quattro pale, invece che due e negli anni ’20, i ventilatori da soffitto divennero comuni negli Stati Uniti e cominciarono ad affermarsi a livello internazionale. Dal periodo della Grande Depressione degli anni ’30 fino all’introduzione dell’aria condizionata negli anni ’50, i ventilatori da soffitto passarono di moda negli Stati Uniti, fino a cadere quasi completamente in disuso negli anni ’60.
Nel frattempo, i ventilatori da soffitto divennero molto popolari in estremo Oriente, in particolare quelli con climi caldi, come l’India, la Tailandia e l’Indonesia e anche in Medio Oriente, dove la mancanza di infrastrutture o di risorse finanziarie rendeva impraticabile l’uso di impianti di aria condizionata complessi e ad alto consumo energetico basati sul freon. Con la crisi energetica e la crescita del costo dell’elettricità, negli anni Settanta si registrò un forte ritorno alle pale rotanti sul soffitto anche negli USA e in Europa, perché consumavano meno energia rispetto ai vecchi modelli e all’aria condizionata.
Dunque è consigliabile istallare dei ventilatori sul soffitto nelle proprie abitazioni, provvisti di un sistema d’illuminazione a basso consumo energetico, il loro costo è contenuto e varia dai cento ai duecento euro. Un qualsiasi elettricista sarà in grado di fissarli al soffitto nel giro di un’oretta.
E di istallarne uno anche sopra al letto: i modelli moderni sono silenziosissimi e, facendo ruotare le pale al minimo della velocità, potremo godere della leggera brezza che ci farà dormire benissimo e che ci darà l’impressione di trovarci su di una spiaggia.