Se vi siete lamentati dei cantieri del filobus, preparatevi a convivere con le ruspe per i prossimi sette anni. Perché Reti Ferroviarie Italiane ha messo a terra qualcosa come venticinque interventi diversi che rivoluzioneranno Verona e la proietteranno in una dimensione internazionale chiudendo un gap infrastrutturale lungo trent’anni. Bisogna tornare ai tempi di Italia 90 per vedere un programma di lavoro così intenso (anche se, in realtà, quello in attuazione da qui al 2030 ha un’importanza nettamente maggiore dei due sottopassi e una bretella realizzati allora). Le Ferrovie stanzieranno su Verona un budget di tutto rispetto: oltre 6 miliardi di euro (2,5 sulla tratta TAV Brescia Verona; 700 milioni€ sui due nodi Verona Ovest e Verona Est; 2,76 miliardi sulla TAV Verona-Vicenza). A questi si debbono aggiungere uno stanziamento di almeno un altro miliardo€ per il collegamento di Verona con la TAV-TAC Brennero e 190 milioni per il potenziamento del Quadrante Europa così da permettere la realizzazione di treni merci lunghi almeno 750 metri e oltre.

Per confortare Verona, in debito di infrastrutture e con la scadenza delle Olimpiadi invernali alle porte, è arrivato il grande capo di RFI, l’ingegner Vincenzo Macello (l’incontro nel pomeriggio ai Palazzi Scaligeri coi vertici istituzionali di Regione, Provincia, Comuni interessati dalle opere, organizzazioni imprenditoriali), che ha confermato come Verona «è la città italiana maggiormente coinvolta dal piano di potenziamento delle Ferrovie che porterà a tre grandi benefici: tempi di percorrenza ridotti per i passeggeri da e per Verona; la liberazione delle linee attuali a tutto vantaggio della rete regionale dei trasporti per aumentare la capacità di trasferimenti pendolari quotidiani; linee nuove per le merci così da raggiungere lo switch fissato da Bruxelles al 2030 del 30% del trasporto merci su ferro anziché su gomma».

La lista delle infrastrutture è il sogno di ogni studente di ingegneria e di ogni amministratore locale: gallerie, sottopassi, nuovi chilometri di linea, la realizzazione di una nuova stazione sotterranea (valore un miliardo €) in Corso Milano; il ribaltamento della stazione Porta Nuova; il parco (con un gustoso aneddoto. Spiega l’ingegner Macello: «Un giorno chiamai l’assessore De Berti. Abbiamo un problema – le dissi – il Comune di Verona ci sta bloccando la TAV per un parco. Lei mi rispose: ingegnere, abbiamo due problemi, anche noi vogliamo il parco. Capimmo allora che dovevamo metterci al tavolo con Verona e ridisegnare tutto. E così è stato») per RFI c’è ed è una realtà oramai incontrovertibile; lo spostamento a sud delle linee merci per rendere più pratico e veloce il traffico da e per il Brennero; sottopassi per liberare Verona ovest (una “compensazione” da 15 milioni€ a favore della municipalità scaligera). Un  libro dei sogni scandito però dai dati degli avanzamenti-lavori: 24% realizzato della TAV Brescia Verona; 13% dell’uscita a Est per Vicenza; progettazione in corso per il resto del pacchetto.

E i tempi, vera spada di Damocle in questo Paese di legulei ma non di tecnici? Macello non ha dubbi: TAV Brescia Verona completata per fine 2025; Verona Vicenza completata per il 2026 (è finanziata coi fondi PNRR e bisogna rendicontare entro quella data); Verona ovest per il 2028 e, infine, Verona est 2028-2030.

Vuol dire che per i prossimi sette/otto anni faremo tutti gli omarel: tutti a guardare i nuovi cantieri che daranno il via ad un volano economico considerevole con importanti ricadute sull’occupazione.   “L’incontro di oggi è per la città di Verona molto importante perché l’Alta velocità è un formidabile tassello di sviluppo dei nostri territori. Ringrazio la vicepresidente Elisa De Berti per averlo organizzato perché questo è il momento ideale per tirare le fila visto che il nodo di Verona è adesso al centro di numerosi cambiamenti infrastrutturali. Penso alla Statale 12 e ai cantieri delle due società autostradali. In questo quadro anche l’Alta velocità conferma la centralità della nostra posizione geografica”, ha commentato il sindaco Federico Sboarina.