Fermare il degrado della sicurezza non è impossibile. Basta volerlo

(p.d.) Sono le istituzioni che devono garantire la sicurezza ai cittadini. In particolare le forze di polizia, che fanno capo al Questore, ma anche al comandante provinciale dei Carabinieri e al comandante della Polizia municipale. Sono anni che i cittadini sono preda di piccoli farabutti. Piccoli, non grandi. Allora è evidente che qualcosa non va .
La stazione ferroviaria di Verona non è quella di Milano o di Roma. Verona non ha gli stessi problemi di ordine pubblico di Napoli, Foggia o Palermo. Eppure non passa giorno che qualche viaggiatore non sia vittima di borseggiatori o non venga aggredito perché tenta una difesa. Che il piazzale della stazione sia anche luogo di spaccio di droga da parte di magrebini è sotto gli occhi di tutti. Gli spacciatori, giovani tra i 18 e 25 anni, nella loro lucrosa attività non si fanno scrupolo a fermare le persone per proporre la loro mercanzia. Il piazzale è quadrato, non grande. Controllarlo non è complicato, anche perché il flusso di chi arriva e parte non è certo quello di una metropoli. L‘area è anche videosorvegliata. Dalle otto del mattino alle sette di sera la stazione ha il presidio di un posto fisso della Polizia ferroviaria. Basta osservare per qualche ora e per un paio di giorni per notare che i delinquenti sono sempre gli stessi. Eppure la porta di ingresso di una delle città più belle del Paese è in balia di pochi giovinastri. Quando si verifica qualche aggressione che fa scalpore lo Stato reagisce con un rastrellamento della zona con pattuglie armate. Seguono sequestri di stupefacenti, identificazione di persone e autoveicoli, e la dichiarazione che Verona è sicura e l’area è sotto controllo. Ma dopo due o tre giorni la “giostra” ricomincia. 

Certo la politica ha le sue colpe: non è in grado di gestire gli sbarchi, i rimpatri, non risolve il problema dell’insufficienza di uomini o mezzi. Ma per ristabilire una volta per tutte la legalità c’è una sola strada: servizi continuativi di vigilanza per almeno tre mesi nelle ore di maggiore affluenza dei viaggiatori, quando i malviventi possono confondersi con la gente, e successivamente mettere come obiettivo di vigilanza costante la stazione per i successivi 6 mesi, con pattuglie automontate e servizi appiedati. 

Chiedere l’intervento dell’esercito è inutile, costoso e dispendioso. I militari non vogliono fare i poliziotti. Non sono addestrati e pagati per farlo. Non è il loro lavoro. Peraltro, ogni militare sa molto bene, che se ferma qualcuno e questo poi viene denunciato o arrestato, può incontrarlo casualmente per strada. E non avendo, come i carabinieri o i poliziotti, un tesserino o una pistola, tutto diventa complicato e pericoloso. Come dargli torto?
Questo governo deve avere il coraggio di affrontare una volta per tutte l’annosa questione del coordinamento delle Forze di Polizia e del controllo del territorio. A Verona ad esempio i reati predatori, quali furti e rapine, sono in costante crescita. Neanche il centro storico si salva. Il degrado è sotto gli occhi di tutti. Occorre un cambio di marcia e subito. Occorre avere innanzitutto il coraggio di dire come stanno effettivamente le cose e prendere gli opportuni provvedimenti. 

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