Nella manovra finanziaria del governo 2 miliardi in più per la sanità. Ma 1,4 mld andranno per il caro bollette

Nella manovra finanziaria del governo ci sono 2 miliardi in più per la sanità. 

Il Fondo sanitario nazionale salirà a 128 miliardi. Nel 2024 ne verranno aggiunti altri 2 e salirà così a 130mld. 1,4 miliardi è destinato a far fronte agli aumenti del costo dell’energia che fa andare avanti gli ospedali e le altre strutture del SSN.

Il fondo per le indennità di Pronto Soccorso, uno dei punti più critici del sistema, è stato portato da 90 a 200 milioni. Ma scatterà solo dal 2024.

40 milioni l’anno per i prossimi 3 anni sono stati destinati alla lotta all’antibiotico-resistenza, segnale importante di attenzione da parte del governo ad un problema che è stato in passato pericolosamente sottovalutato e che, come spesso sottolineato anche da queste pagine, potrebbe scoppiare nei prossimi anni con conseguenze devastanti.
Nella manovra c’è anche un riconoscimento per il ruolo, nell’ambito del SSN, delle farmacie che avranno 150 mln l’anno in più per i rimborsi dei farmaci erogati.
650 mln sono stati destinati al Ministero della Salute per i vaccini e per la terapia del Covid.
Infine per quel che riguarda la risposta del governo alla carenza dei medici, allo scopo di agevolare l’aumento del numero di medici che entrano nel SSN è stata portato al 90% il contributo alle Università per la la retribuzione degli specializzandi.
Questi i provvedimenti più significativi per la sanità adottati dalla manovra finanziaria licenziata dal Consiglio dei Ministri e che adesso dovrà passare alla discussione della Camera e del Senato. Data la grave situazione economica è comprensibile che il governo non poteva fare di più. I 2 mld in più non cambiano granché il rapporto spesa sanitaria/Pil, che rimane troppo basso e non allineato a quello dei paesi europei cui dobbiamo fare rifermento per efficienza e qualità dei servizi. La maggior parte delle risorse sono state assorbite dalla necessità di far fronte al caro bollette. Tuttavia dei segnali positivi ci sono, quantomeno a livello di attenzione e riconoscimento dei problemi. Ed è verosimile che in questo abbia avuto parte fondamentale il nuovo ministro della Salute che, finalmente, è un medico.

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