Rapinare si può, difendersi no: a Grinzane Cavour torna in discussione il diritto alla sicurezza

(di Paolo Danieli) Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour, provincia di Cuneo, dei tre banditi che avevano assaltato il suo negozio ne ha seccati due con la sua pistola. Il terzo lo ha ferito ed adesso è in ospedale piantonato dai Carabinieri. Era la terza rapina che subiva. Nell’ultima era stato picchiato selvaggiamente. Stavolta si è preparato bene. Ed ha agito per legittima difesa, per difendere la moglie, la figlia, sé stesso, la sua attività e il diritto al lavoro.  Adesso ricomincerà la litania dei dubbi dei soliti buonisti che stanno sempre dalla parte opposta a quella della gente perbene. Dalle telecamere di sorveglianza- mettono già le mani avanti- s’accerterà se il gioielliere ha sparato mentre i banditi erano in fuga. E poi i banditi erano armati di coltello e di una pistola giocattolo… Come dire: non è più legittima difesa ma omicidio. E quindi il gioielliere dovrebbe andare in galera. Pazzesco!

E invece a Mario Roggero bisogna dare una medaglia quale esempio di come ci si difende dai delinquenti. Anche con le armi. Come con le armi? – obiettano i soliti buonisti- mica siamo nel Far-west? Ma se è vero che sono i Carabinieri e la Polizia che devono difendere i cittadini dai delinquenti è anche vero che non possono essere dappertutto. E allora, in attesa che arrivino, ammesso che si riesca a chiamarli, che cosa si deve fare? Offrire il caffè ai rapinatori? 

Ma – insistono i buonisti, la vita umana viene prima di tutto. Non si può uccidere per salvare “la roba”. E’ vero: la vita è sacra. Ma è altrettanto vero che sacro è il principio dell’inviolabilità del domicilio e della proprietà privata senza il quale non sarebbe possibile vivere e lavorare in pace. Senza il quale il genere umano sarebbe ancora all’età della pietra.

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