Si sta facendo strada l’idea di fun lockdown per i non vaccinati. Lo ha ventilato Toti e gli ha fatto eco Renzi: “Mi piacerebbe che l’Italia adottasse lo stesso modello dell’Austria. In lockdown, in zona gialla o arancione, ci vanno solo quelli che non hanno fatto il vaccino”. La progressione dei contagi, legati agli assembramenti e al non rispetto delle regole, e dei ricoveri, di cui sono vittime soprattutto le persone non vaccinate, sta mettendo in discussione quello che pareva fosse una certezza: il peggio è passato, torniamo progressivamente a condurre una vita normale, con le nostre abitudini. Compresa quella di passare le festetranquilli. Invece il Covid ci sta mettendo la coda e certe regioni rischiano di passare in zona gialla. E poi magari ad altri colori. 

Ma questo, a quell’86% di italiani che si è sottoposto anche con qualche timore al vaccino, non va giù. Perché, si comincia a dire, ci dobbiamo rimettere tutti per colpa di un’esigua minoranza che non vuole vaccinarsi? Perché non è detto che quel 14% che ancora non si è vaccinato sia tutto di no-vax. Ci sono anche quelli che non hanno potuto per motivi di salute.  A questo punto, si comincia a ragionare, facciamo come in Austria: lockdown per chi non è vaccinato. Per il suo bene e per quello degli altri, dato che ormai è stato assodato che è solo il vaccino a poterci far uscire dalla pandemia.

Di parere opposto Salvini che oggi, a margine dell’assemblea nazionale di Confesercenti ha detto che non bisogna chiudere niente. E facendo trasparire un certo fastidio ha detto: “siccome mi avevan spiegato che con il Green pass e col vaccino era tutto a posto…” come dire, che cosa ci hanno raccontato se adesso siamo ancora qui a parlare di chiusure, allora “non possiamo preannunciare adesso chiusure per Natale e Capodanno.”. “Io sono vaccinato con 2 dosi. Lo sa che potrei contagiatala che adesso?” ha detto ad un giornalista presente, rimarcando un’evidente scetticismo sul vaccino. Pare impossibile che non abbia ancora capito che la funzione del vaccino non è quella di preservarci dal raffreddore o da qualche linea di febbre, ma dalla malattia grave, quella che non ci fa più respirare e ci fa andare in rianimazione se non all’altro mondo.