(di Christian Gaole) 50 milioni di euro per il piano oncologico nazionale per il triennio 2023-2027, aggiunti 250 milioni di euro al fondo di assistenza domiciliare, un’iniezione di 2,4 miliardi per i rinnovi dei contratti del personale sanitario. E ancora, 134 miliardi di euro nel 2024 alla sanità, 136 miliardi per il 2025 per arrivare a 140 miliardi nel 2026. Spesa procapite aumentata di circa mille euro: dai 1919 euro del 2019 ai 2317 nel 2025.
Ma non finisce qui: spread di cento punti in meno rispetto al Governo Berlusconi IV (motivo per cui crollò l’esecutivo), economia in rialzo e attrattività per gli investimenti dall’estero, i noti alle cronache Musk e il fondo di investimenti americano Blackrock. Tutto questo si traduce con il ritorno dell’Italia nello scacchiere internazionale, grazie ai segnali di stabilità e solidità politica dell’esecutivo.
Questo il bilancio stilato dalla crème politica veronese di centrodestra nel corso della conferenza tenuta oggi dal centrodestra unito. Presenti: Ciro Maschio (deputato e Presidente della Commissione Giustizia, FdI), Flavio Tosi (Eurodeputato, FI), Paolo Borchia (Eurodeputato, Lega), Daniele Polato (Eurodeputato, FdI), Paolo Tosato (Senatore, Lega), Matteo Gelmetti (Senatore, FdI), Claudio Melotti (coordinatore di FI), Maddalena Morgante (deputato, FdI) e Alberto Bozza (consigliere regionale, FI).
“L’oggetto della conferenza di oggi è fare un bilancio sul Governo Meloni – esordisce Maschio. Due anni fa la sinistra sosteneva che con il centrodestra l’Italia sarebbe sprofondata nel medioevo e che avremmo assistito a una crisi internazionale con commissariamento europeo dell’Italia per mezzo della troika. I dati dicono il contrario: Il pil cresce, lo spread cala. La Borsa italiana ha l’andamento migliore in Europa, i titoli di stato si attestano a 425 miliardi. Gli sbarchi sono diminuiti e i rimpatri funzionano. L’Italia ha riacquistato autorevolezza a livello internazionale e le azioni del governo sono seguite con grande interesse studiate da altri paesi europei e dalle cariche europee”.
Il riferimento dell’Onorevole Maschio riguarda l’interesse esternato dal Primo Ministro britannico Keir Stramer nei confronti del cosiddetto Piano Albania (politica di controllo dell’immigrazione di massa che vede l’apertura di hotspot in un paese terzo, non necessariamente estraneo all’unione o in procinto di entrarvi, al fine di ridurre la pressione che l’immigrazione eseercita sui confini italiani).
Maschio, poi, continua: “il governo si è trovato quasi 200 miliardi di debito che hanno un nome e un cognome: Giuseppe Conte e Movimento 5 Stelle. Abbiamo dovuto scegliere dove concentrare le risorse, e le priorità sono state: sanità, sicurezza e famiglie”. Infine, conclude Maschio “all’interno del governo la coalizione è compatta e grazie a questo, visto che l’esecutivo conosce gli asset veronesi e li tiene d’occhio, in due anni Verona tornerà in mano al centrodestra”.
“Il paese – interviene Borchia – chiede compattezza con l’obiettivo di portare avanti politiche, in questo caso di centrodestra, dopo anni di una politica sgretolata. Si sa che gli obiettivi importanti hanno bisogno di tempo e compattezza per essere portati a termine. Il contributo della Lega riguarda, per esempio, l’aver portato a casa la riforma sull’autonomia – il popolo Veneto, indipendentemente dall’appartenenza politica, ha votato per potenziare maggiormente le competenze delle regioni -. Questo governo lavora per i cittadini e per risolverne i problemi, fra gli altri inflazione e caro energetico”.
Per Melotti di Forza Italia: “questa coalizione per nulla al mondo si deve sgretolare. Aggiungo solo una cosa a quanto già affermati dai colleghi: chiedo ai parlamentari presenti di inserire in finanziaria (legge di bilancio) il turnover del 75% dei lavoratori. Apportare dei tagli dove necessari. Nei comuni dove si è sotto organico combattiamo affinché arrivino loro maggiori fondi. Anche se dalla legge di bilancio si evince che i tagli toccheranno maggiormente i ministeri e non i piccoli comuni ed enti, teniamo presente questo dettaglio”.
A ruota interviene Tosi: “va rilevato che l’opposizione non propone alternative ma critica a priori. È difficile fare meglio di questo governo perché le risorse scarseggiano. Indicativo però è che l’Italia si regga in piedi mentre la Germania, nostro partner per eccellenza, stia colando a picco. Stesso discorso per la Francia che ha un governo di larghissime intese“.
Polato racconta un aneddoto significativo in merito a come il governo venga percepito stabile all’estero: “come membro della commissione commercio internazionale incontro molti ambasciatori, da ultimo quello degli Emirati, il quale ha detto che l’Italia è credibile e per questo motivo i prossimi a incrementare gli investimenti in Italia, saranno loro”.
Gelmetti sottolinea invece come “i numeri di questo governo siano da record. Dal 2007 non si avevano questi numeri. Ma c’è un altro dato interessante: vinca chi vinca negli USA, l’Italia, grazie al suo governo sarà il partner principale degli Stati Uniti, e questo è cruciale per attrarre grandi investimenti. Segnalo che, ad oggi, l’Italia nella zona euro, è l’unica a poter fregiarsi di questo, se così lo vogliamo chiamare, titolo”.
Tosato torna sulle riforme e dichiara: “l’autonomia e il premierato possono veramente cambiare il nostro paese. Il premierato contiene il premio di maggioranza: dobbiamo fare in modo che i cittadini abbiano la certezza che un governo duri 5 anni. Due grandi opportunità per il nostro paese”.
Maddalena Morgante, per concludere, porta la discussione a un livello pratico e immediato dando numeri concreti: “il primo governo guidato da una donna e madre sta sostenendo famiglie e natalità, che sono il cuore dell’agenda politica. Nel 2024 sono stati stanziati 134 miliardi di euro, 136 nel 2025 e 140 miliardi nel 2026. Numeri record, mai visti finanziamenti di questa portata verso la sanità.
Chiosa Maschio, in merito alle critiche ricevute dalla sinistra e afferma “lezioni da chi era al governo in passato non le accettiamo. A livello europeo si sta dando la priorità alla gestione dei confini, delimitare gli accessi in Europa. Ora è una priorità, prima no”. In merito alle crtitiche del piano Albania, continua Maschio, c’è stato un “sabotaggio da parte dei giudici di sinistra, sinistra che ha chiesto all’Europa di aprire una procedura verso l’Italia. Quella parte politica cerca di boicottare le nostre politiche e queste azioni sono incommentabili anche perché fatte da quella sinistra, la stessa che sostiene la Commissione Europea, con l’aiuto del braccio armato di alcune toghe rosse”.
Va ricordato che questa finanziaria è stata fatta sotto il cappello della nuova commissione, quindi con parametri diversi (il piano deve riguardare la fascia dei 4/7 anni e nella stessa legge vige l’obbligo di indicare il rientro del debito nei tre anni. Inoltre, il valore ipotizzato deve essere costante.
I parlamentari, infine, rispondono alle critiche sul fisco sostenendo che non sono amici di chi evade perché hanno ricavato 4,4 miliardi dalla riscossione delle cartelle esattoriali. Sul piano Albania invitano a dare tempo al tempo per valutare l’efficacia di tale politica. Mentre sul neo ministro della cultura Giuli, Maschio invita a non farsi prendere dalla sindrome del gossip.