Il senatore veronese Matteo Gelmetti, componente della Commmissione Bilancio del Senato, rivolge un appello alle Istituzioni veronesi per porre alla loro desidero attenzione, con senso di responsabilità e profonda preoccupazione, le possibili conseguenze che l’offerta pubblica di scambio (OPS) promossa da UniCredit nei confronti di Banco BPM potrebbe determinare per il tessuto economico, occupazionale e sociale del nostro territorio.
«Verona – scrive il senatore di FdI- ha già vissuto negli ultimi anni eventi traumatici di natura finanziaria e industriale che ne hanno minato la fiducia e la solidità economica. Mi riferisco in particolare alla dissoluzione della storica Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno, alla Banca Popolare di Verona e, più recentemente, alla complessa e dolorosa vicenda che ha coinvolto Cattolica Assicurazioni, vero pilastro identitario della nostra comunità.

Ora si profila all’orizzonte una nuova minaccia. La possibile integrazione tra UniCredit e Banco BPM rischia di tradursi, per Verona, in un ulteriore indebolimento del presidio bancario e finanziario locale. Secondo stime ufficiose, oltre 90 agenzie di Banco BPM sul territorio potrebbero essere chiuse, con gravi ricadute sul piano occupazionale e sulla capacità di erogazione del credito a famiglie e imprese.
La responsabilità delle istituzioni veronesi
Una tale contrazione dell’offerta bancaria locale significherebbe meno sostegno agli investimenti, minore vicinanza alle piccole e medie imprese, maggiore difficoltà per le famiglie ad accedere a mutui e servizi. In una fase economica ancora fragile, questa prospettiva sarebbe un colpo durissimo alla resilienza e alla competitività del nostro sistema produttivo.

Per queste ragioni, rivolgo un appello corale a tutte le istituzioni veronesi – civili, economiche, sindacali, universitarie – affinché si apra un confronto ampio, trasparente e costruttivo con i vertici bancari e con le autorità competenti. È nostro dovere valutare ogni possibile misura per tutelare l’occupazione, la coesione sociale e la capacità di accesso al credito delle nostre comunità.
Non si tratta di opporsi al cambiamento, ma di evitare che esso avvenga ancora una volta a discapito di Verona. La nostra città ha diritto a essere protagonista, non vittima, dei processi di trasformazione in atto.