( g.d.) Stefano Valdegamberi vuole fermare le spese militari e destinare subito almeno 10 miliardi per rafforzare la sanità che, ricorda, è sottofinanziata. La competenza, ovviamente, è di Roma, perciò il consigliere regionale veronese ha depositato al Consiglio Regionale del Veneto una risoluzione urgente per chiedere al Governo l’immediata sospensione dell’aumento delle spese militari voluta dall’Ue e dalla Nato e la riallocazione delle risorse alla sanità pubblica e all’assistenza sociosanitaria. 

Valdegamberi. Stop spese militari. 10 miliardi alla sanità

Lo scopo per andare incontro alle difficoltà di milioni di cittadini nell’accesso alle cure tempestive, aggravato dalla carenza di finanziamenti. A supporto Valdegamberi snocciola i dati ufficiali: l’Italia spende per la sanità pubblica circa 3.500 euro pro capite, contro i 5.600 della Francia e i 7.200 della Germania, posizionandosi ultima tra i Paesi del G7 e 16ª in Europa. 

Invece la spesa militare ha toccato i 31 miliardi annui e, secondo alcune stime nei prossimi anni, seguendo gli indirizzi Nato sulla necessità di rafforzare la difesa europea, potrebbero salire a 80 miliardi impegnando fino al 5% del Pil per la difesa. Questo, a parere di Valdegamberi, in assenza di una minaccia militare concreta.

Il rischio, almeno secondo il consigliere, è di compromettere la tenuta dell’intero sistema sociosanitario con oltre 3,2 milioni di persone non autosufficienti,  numero che potrebbe salite del 40% entro il 2040, “generando un fabbisogno stimato in almeno 10 miliardi annui per un sistema assistenziale dignitoso e sostenibile”.

Valdegamberi. Stop spese militari. 10 miliardi alla sanità

“La vera sicurezza di un Paese – afferma Valdegamberi- non si misura solo in armamenti, ma nella capacità di prendersi cura della propria popolazione, di garantire il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione e di offrire risposte concrete ai bisogni delle famiglie e delle persone più fragili”.