(di Christian Gaole) Alta velocità sulla linea Milano-Venezia: che passerà da Verona è una certezza, ma che con questo percorso stia creando da tempo e continuerà a creare qualche mal di pancia soprattutto in termini di traffico e viabilità è una realtà di cui i veronesi sono ormai ben consapevoli. Dopo i lavori in corso da tempo sulla direttrice da Brescia e per Vicenza, il cantiere dell’alta velocità si prepara ad approdare direttamente nel capoluogo. L’assessore alla mobilità e alle opere complesse Tommaso Ferrari e i vertici di RFI hanno preannunciato un cantiere di quattro anni che avrà inizio entro l’estate. L’opera, il cui progetto esecutivo è stato presentato ieri mattina in sala Arazzi, coinvolgerà la rete ferroviaria e diverse strade.
Si comincerà in estate per terminare nel 2029
Il maxi cantiere (a questo link il dettaglio dell’opera sul sito ufficiale) si avvale di un investimento di 441 milioni finanziati da Ferrovie dello Stato e dovrebbe terminare quindi entro il 2029. La viabilità interessata prevede tra le altre Via Carnia, la tangenziale da Verona Nord e altre arterie cruciali della città. Nel dettaglio, spiega Ferrari, i lavori riguarderanno “il sottopasso della tangenziale nord, il sottopasso di via Albere, via Cason, via Carnia e via Fenilon. A livello viabilistico l’attenzione dell’Amministrazione è concentrata sui due sottopassi. In queste settimane stiamo lavorando per definire le modifiche alla viabilità che interesseranno le zone limitrofe ai cantieri. Rispetto al progetto originario la novità positiva riguarda il sottopasso di via Albere che durante i lavori non verrà chiuso al traffico, diversamente da come ipotizzato in precedenza”.

“Eventuali chiusure”, chiarisce una nota del Comune, “potranno verificarsi per periodi limitati ad una giornata o in orario notturno. Nello specifico i lavori riguarderanno l’allungamento del sottopasso ferroviario in via Cason e la nuova viabilità di via Carnia, che permetterà il sotto-attraversamento delle linee ferroviarie per un collegamento diretto tra la tangenziale nord e le aree industriali a sud. Quest’opera è strategica, “conclude Ferrari, “anche in funzione della realizzazione della Strada di Gronda e del nuovo cavalcaferrovia di via Fenilon in sostituzione di quello esistente. Inoltre il nuovo cavalcaferrovia in via Albere prevede un ampliamento dell’esistente e l’allungamento del sottopasso ferroviario della tangenziale di Verona”.
Alta velocità e molta “flessibilità” al volante
Nella nota diramata da palazzo Barbieri si legge che “il progetto del “Nodo AV/AC di Verona: Ingresso Ovest” prevede interventi funzionali all’inserimento della tratta AV/AC Brescia est-Verona – attualmente in realizzazione – nella stazione di Verona Porta Nuova, inclusa la realizzazione di 3,6 km di nuova linea AV/AC, 4,2 km di nuova linea storica e 3,3 km di linea indipendente per le merci”. Inoltre, prosegue la descrizione, “l’ingresso Ovest, assieme alle nuove tratte ferroviarie AV/AC Brescia Est – Verona e Verona-Bivio Vicenza, consentirà di ottenere, oltre a un collegamento più veloce di Verona con Milano e Venezia, anche un aumento della capacità e della regolarità dei flussi ferroviari. Tale obiettivo sarà conseguito anche grazie all’adozione di sistemi più evoluti di segnalamento e distanziamento treni (ERTMS/ETCS Livello 2), che garantiranno maggiore flessibilità e interoperabilità, con una migliore offerta anche per gli operatori internazionali, adottando i più elevati standard di sicurezza”.
Un dato di fatto, oltre a tutte le note tecniche sopra riportate, comunque rimane: la città si “arricchirà” di nuovi cantieri che si aggiungono ai numerosi già in corso. Ad esempio, solo per restare ai lavori dell’AV/AC, nella zona di Corso Venezia, Via Unità d’Italia, San Michele Extra e della bretella autostradale per Verona Est. A questo link al nostro giornale un “amarcord” di inizio lavori: era il marzo del 2023. Insomma, in cambio di “un collegamento più veloce con Milano e Venezia” di cui saremo tutti grati e consapevoli, i veronesi si preparano ancora a qualche anno di disagi al volante. Insomma, siamo nell’era della transizione viabilistica: forse non velocissima, ma di sicuro richiederà molta flessibilità.