A Verona le donne sono più diligenti dei maschietti

I dati forniti dall’Ateneo rilevano, per l’intera offerta formativa, una durata dei cosi di studi di 4,88 anni per le ragazze mentre i ragazzi si stazionano su un 5,13[//]. Anche i risultati sono migliori con mediamente 3 punti in più per il gentil sesso e il numero delle dottoresse è più del doppio di quello dei dottori con un 2458 contro 1100. Forse dovuto all’aumento di studenti rispetto al periodo 1998-2001, il triennio 2001-2004 ha portato ad un decremento di universitari che sono riusciti a trovare lavoro immediatamente dopo il conseguimento del titolo, passando da 63,8% a 58,3%, contro una media nazionale, secondo l’Istat, di 63,2% e 56,4%. I voti più alti sono per gli iscritti a Lingue e Letterature Straniere (105.71) seguiti da Lettere e Filosofia (105.56) e Scienze della Formazione (103.73) anche se sono anche tra i più lenti a conseguire la laurea rispettivamente a 25.64 , 26.33 e 28.99 anni. A trainare le iscrizioni sono gli studenti di Medicina e Chirurgia (865) e di Economia (657), questi ultimi tra i primi a laurearsi a 25.17 anni. Le matricole dello scorso anno accademico (2005/2006) per l’Ateneo veronese erano 5079 per la triennale e 1170 per la specialistica, su 332 mila totali a livello nazionale. In particolare i dati dell’Università proclamano orgogliosi un +11% rispetto all’anno precedente, ad un mese dalla chiusura delle iscrizioni. Medicina e Chirurgia vanta incrementi sbalorditivi: +300% per Tecniche Audioprotesiche passando da 1 a 4 studenti e +175% per Ostetricia con 11 presenze rispetto alle 4 dell’anno precedente. Ma il prestigio di un Ateneo si misura anche per le numerose selezioni all’ingresso con i relativi test di ammissione. E’ questo il caso della nuova economia e commercio, a numero chiuso, che offre 170 posti, ma solo in 133 si sono presentati all’iscrizione. Idem per Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche con 49 studenti su 56 disponibili, Scienze dei Beni Culturali con 181 su 229, Editoria e Giornalismo con 228 su 250, Scienze Motorie con 145 su 226, per non parlare di Medicina e Chirurgia con oltre 1100 posti e 880 iscritti. Nell’anno appena trascorso, secondo l’Istat, circa il 4.5% di studenti non ha proseguito questa carriera dopo il diploma pari a circa 16 milioni di ragazzi. I docenti sono circa 58 mila per un volume di alunni, per insegnante, pari a quello delle scuole superiori (31 studenti ogni professore). Le preferenze sono per i corsi 3+2, in particolare per le materie economico-statistiche (13.6%), politico-sociali (12%), giuridiche (11,6%) e ingegneristiche (10,2%) mentre il ciclo unico è scelto solo dal 5.7% degli iscritti. L’Istat rileva anche il sentito problema degli abbandoni che può dipendere da ostacoli incontrati nello studio oppure da una insoddisfacente scelta del corso di laurea. Infatti, soltanto il 74% dei laureati, se tornasse indietro, si iscriverebbe allo stesso indirizzo; il restante 26% cambierebbe o non si iscriverebbe affatto. Le rinunce a continuare lo studio o le interruzioni di frequenza avvengono generalmente all’inizio del corso: un giovane su cinque non rinnova l’iscrizione al secondo anno. Nel 2005 circa il 64% dei 289.155 laureati (in corsi di laurea triennali, tradizionali e a ciclo unico) è fuori corso. Tra i triennali è puntuale nella consegna del libretto il 58% mentre per le lauree a ciclo lungo soli il 15.3%. E Verona non vuole uscire dal mazzo con una media di quasi 27 anni per ottenere il più sudato pezzo carta. Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail