Carlo Cottarelli, una Finanziaria 2024 senza grandi prospettive

(di Rocco Fattori Giuliano) Carlo Cottarelli: la legge finanziaria 2024 – la prima firmata per davvero da Giorgia Meloni – prende la sufficienza, ma resta da vedere il suo reale impatto dato che presenta misure per lo più temporanee. L’economista, ex direttore del FMI, fino a maggio senatore della Repubblica, e uno dei massimi esperti italiani di finanza pubblica dà un giudizio “neutro” sulla Finanziaria presentata oggi.

«La legge finanziaria – spiega al convegno organizzato da +Europa al Teatro Santissima Trinità insieme all’ex ministro al lavoro Elsa Fornero ed al sottosegretario Benedetto Dalla Vedova – varata in queste ore dà più soldi agli italiani e fa crescere la domanda. Riduce di poco il deficit, ma questo non è necessariamente  un segnale di crescita poiché lo sviluppo di uno Stato si basa sulla sua capacità di investire a lungo termine in imprese, servizi ed istruzione.

Tra i punti presentati oggi è presente un piano per una minore pressione fiscale che però durerà soltanto un anno, lavorando sul deficit in maniera temporanea non garantendo un ambiente stabile per investimenti di imprese nostre o estere in Italia sul lungo periodo.

Sono, inoltre, stati stanziati 3 miliardi di euro per la sanità, cifra nominalmente in crescita rispetto ai valori degli anni precedenti, ma se si guarda all’inflazione negli ultimi due anni la spesa sulla sanità è calata di circa il 4%. Bisogna insomma considerare la precarietà di questa manovra che rende difficile prevedere in che direzione andrà l’economia finito il termine delle riforme».

Ursula von der Leyen

Quale sarà secondo lei il giudizio dell’Europa sulla manovra?

«L’Europa non sarà entusiasta di cosa è stato approvato oggi però difficilmente ci saranno ripercussioni viste le condizioni di debolezza degli ultimi periodi (l’ultima sanzione data all’Italia era cumulativa per  1 miliardo di euro in dieci anni)».

Carlo Cottarelli: sul PNRR non va criticato soltanto il governo

Uno dei temi del dibattito economico attuale è la capacità del PNRR di diventare un volano per la crescita e il Pil nazionale…

«Secondo il sito lavoce.it i risultati del PNRR in Italia sono più scarsi di quelli spagnoli, la nazione che dopo di noi ha il maggior volume di fondi, ma non bisogna criticare per questo solo il Governo. Nonostante le difficoltà nel metterlo a regime, rimane un ottimo strumento per rafforzare l’Italia e l’Europa, sfruttando i fondi raccolti da tutti gli stati membri, dimostrando che unendo le forze sotto un’unica organizzazione si può crescere più rapidamente. Un altro passo in questa direzione è l’accordo internazionale che obbliga l’imposizione minima del 15% alle multinazionali così da evitare che in nazioni – ad esempio  l’Irlanda e l’Olanda – grandi nomi come Facebook e Apple possano “cavarsela” con cifre inferiori al 15% di contributi.

Consideriamo sempre che il mondo occidentale vede rallentare la sua crescita e che l’Europa attuale, che sembra più l’Italia feudale che una superpotenza globale, rischia di venir surclassata nella competizione globale».

Carlo Cottarelli: servono 213mila immigrati stabili all’anno in Italia

Il PIL non cresce anche per l’innalzamento dell’età media col conseguente calo dei consumi privati. Come se ne esce?

«In Italia c’è un disperato bisogno di immigrazione stabile: con l’attuale calo demografico le stime della Ragioneria dello Stato dicono che servono almeno 213mila immigrati che si stanziano in Italia ogni anno per contrastare gli spaventosi numeri che si vedono in questi periodi.

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato il suo intento di contrastare questo calo demografico senza l’immigrazione, ma soltanto con l’aumento delle nascite: attualmente il tasso di fertilità è all’ 1.24  e per ritornare a valori demografici positivi bisognerebbe arrivare a valori attorno al 2.11 che non si vedono dai primi anni ’70. Non sono riusciti ad invertire la curva demografica la Svezia, la Germania, altri grandi paesi: onestamente, non vedo come l’Italia possa farcela».

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail