Funivia di Malcesine: dopo tre settimane il nuovo direttore generale trova ancora la porta chiusa

Tre settimane e due direttori generali, alla Funivia di Malcesine-Monte Baldo nulla è cambiato dopo la sentenza che ha condannato la società che gestisce la funivia di gardesana (Azienda Trasporti Funicolari ): Mario Marino non ha ancora potuto iniziare a svolgere il suo incarico.

Com’è noto, dopo aver superato il concorso pubblico per nominare il nuovo direttore generale, Mario Marino era stato nominato direttore generale dal c.d.a. di ATP e dall’assemblea dei soci (Provincia di Verona, Camera di Commercio e Comune di Malcesine: quindi tre entità pubbliche). Però nel settembre 2022 il presidente della società, Pier Giorgio Schena, gli aveva notificato che era ufficialmente escluso dall’incarico. La motivazione iniziale sarebbe stata che un partecipante avrebbe fatto ricorso. Sin qui, nulla di nuovo. I ricorsi si susseguono nei concorso pubblici.

Ultimo, in ordine di tempo, quello contro la nomina del Procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola che però, contrariamente a Marino, nell’attesa del pronunciamento di un giudice ha iniziato da subito a svolgere le sue funzioni. Lo stesso è avvenuto per la nomina del Procuratore della Repubblica di Palermo e di Reggio Calabria. Infatti, nonostante i ricorsi, le nomine non vengono bloccate per evidenti ragioni di logica, di economia e di buon funzionamento della cosa pubblica.

funivia di malcesine

Per Marino le cose sono andate diversamente. Non solo ATP a seguito del ricorso ha bloccato il suo ingresso, ma immediatamente dopo ha proposto a sua volta un secondo ricorso, adducendo che la commissione da ATP nominata, e dichiarata dallo stesso ente di alto profilo, non avrebbe saputo svolgere bene il suo compito. Non s’era mai sentito che un ente smentisca la commissione dallo stesso incaricata.

La Funivia di Malcesine paga adesso due direttori generali

Immettendo Marino nella funzione di DG già a ottobre 2022, come da decisione dei soci e del cda, oggi Schena non si troverebbe nella imbarazzante situazione di spiegare perché ATP deve pagare due direttori generali – l’ingegner Enrico Boni e il dottor Mario Marino che ha nel suo curriculum non soltanto il servizio svolto come ufficiale dei Carabinieri, ma anche l’attività manageriale in Fondazione CariVerona e nel Gruppo alimentare Cremonini – oltre alle spese processuali e dei legali. E la cosa potrebbe non fermarsi qui: la sentenza del Giudice del lavoro non viene applicata e questo potrebbe avere ripercussioni anche penali o interventi della Corte dei Conti come invocato dal Presidente della Commissione Trasporti della Camera, il parlamentare veronese Flavo Tosi.

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