Carote da 7 centesimi a 8 euro al chilo. Di chi è la colpa? Coldiretti dice la sua

Coldiretti ha invitato l’Antitrust a presentare l’indagine sui meccanismi di formazione dei prezzi nella filiera agroalimentare. L’appuntamento per tutti gli operatori di settore è per il prossimo 28 aprile 2008. Paghiamo circa 8 euro al chilo le carote grattugiate contenute in una vaschetta di plastica, mentre chi le produce ricava solo 7 centesimi. [//]A questo prezzo esorbitante si deve aggiungere anche il pedaggio che si paga alla natura con il massiccio uso dei mezzi tecnici, con l’inquinamento di aria, terra, acqua dovuto a trasporti imballagi e scarti. Tutto questo per avere prodotti sempre sulle nostre tavole, ma anche sempre più cari, spesso più scadenti dal punto di vista nutritivo e del sapore. La denuncia di Report, nella trasmissione andata in onda domenica scorsa 14 aprile, sull’insostenibilità del modello economico agroalimentare industrializzato, fornisce ulteriori spunti alla riflessione sulle inefficienze della filiera agroalimentare che Coldiretti Verona lamenta da anni.

« Se fa freddo i prezzi dei prodotti ortofrutticoli aumentano, se fa caldo pure. La schizofrenia delle quotazioni al dettaglio dei prodotti ortofrutticoli freschi è tale da essere utilizzata come esempio emblematico dei difetti delle inefficienze del mercato”, commenta Damiano Berzacola, Presidente di Coldiretti Verona. Cosa non funziona nella filiera? Come mai i prezzi aumentano in modo esponenziale dal campo alla tavola? Per capirne di più, Coldiretti Verona ha invitato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a presentare i risultati del rapporto Ic 28 che analizza i meccanismi di formazione dei prezzi lungo la filiera agroalimentare. «L’indagine dell’Antitrust, pubblicata qualche mese fa, è passata sottotraccia, vuoi per la frenesia pre-elettorale, ma forse anche perché mette a nudo carenze e inefficienze difficili da mandare giù – prosegue Berzacola – Abbiamo tutti, imprenditori agricoli, intermediari, grande distribuzione, la nostra parte di responsabilità; disorganizzazione, speculazione, miopia contribuiscono poi non poco all’inefficienza del meccanismo di formazione dei prezzi”. Coldiretti, dunque, lunedì 28 aprile a Verona Mercato, dalle 10,30, invita tutti gli operatori della filiera: partendo dai dati dell’indagine Antitrust, si cercheranno di individuare iniziative adeguate affinché la filiera veronese dell’ortofrutta possa diventare più efficiente, più trasparente, più competitiva e capace di esaltare le enormi qualità dei prodotti ortofrutticoli scaligeri. Nella ricerca delle cause dell’aumento dei prezzi occorre fare alcune riflessioni. In primo luogo oggi si produce quasi tutto destagionalizzando, perché i consumatori non sempre cercano prodotti esclusivamente di stagione. Tralasciando i nefasti effetti sull’ambiente, denunciati da Coldiretti e segnalati anche da Report, questo comporta un primo aumento del prezzo, poiché il prodotto non di stagione (che al coltivatore è pagato comunque alla stessa cifra) sul mercato diventa una “primizia”. Sono sempre più richiesti inoltre i “servizi aggiuntivi” al prodotto acquistato: l’insalata già lavata, tagliata e impacchettata; le carote già tritate… Tutti fattori che concorrono all’aumento dei costi. Alla formulazione del prezzo, infine, non partecipa solo il prodotto in sé, ma tutto ciò che sta attorno: dai costi di imballaggio alle certificazioni, fino a tutti quegli accessori che superano il valore del prodotto stesso. E’ giusto pagare i servizi che danno maggiore valore aggiunto alle produzioni ortofrutticole, ma i prezzi subiscono variazioni del tutto aleatorie anche perché non c’è attenzione alla tempistica con cui si colloca la merce sul mercato all’ingrosso.- Sono pochi gli agricoltori che utilizzano sistemi di refrigerazione per potersi permettere di vendere i propri prodotti nel momento in cui le quotazioni sono al rialzo. C’è, poi, la tendenza ad agire per conto proprio nella commercializzazione, un errore fatale per le piccole aziende produttrici, vessate dai commercianti all’ingrosso e dalla grande distribuzione. Che fare, allora?

«La posizione di Coldiretti è chiara – conclude Berzacola – ci vuole maggior trasparenza lungo la filiera, in modo che il consumatore possa fare scelte consapevoli. Se vuole spendere di più perché opta per le primizie e per prodotti lavati e confezionati che lo faccia, ma deve avere anche la possibilità di scegliere prodotti locali, di stagione e risparmiando. Coldiretti dal canto suo deve garantire anche la continuità del reddito per le aziende agricole, che trattengono una minima parte del valore aggiunto di filiera: quindi occorre che tali aziende iniziano a ragionare in un’ottica di sistema, sfruttando le nuove norme del diritto societario, ed iniziando a fare massa critica per poter negoziare migliori condizioni di vendita con gli anelli più a valle della filiera». Coldiretti Verona Viale del Lavoro, 52 – 37122 – VERONA tel 045/8678211 – fax 045/8012898

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