Festival del giornalismo, chiusura col botto con Attilio Geroni e Gabriele Battaglia

La storia non è finita con la caduta del muro di Berlino e oggi, per la prima volta, le opinioni pubbliche italiane ed europee si debbono confrontare con la possibilità che un conflitto regionale le coinvolga direttamente. Non fu così con la guerra nell’ex Jugoslavia, non fu così con le guerre arabo-israeliane o con Desert Storm e le primavere arabe. Lo è invece col conflitto in Ucraina e col riarmo deciso da tutti i Paesi occidentali. Uno scenario nuovo per due generazioni europee nate nella pace e nella protezione offerta da Nato e Unione Europea.

Di questo scenario, nuovo e imprevedibile, ha parlato ieri il Festival del Giornalismo di Verona che ha concluso la sua quarta edizione chiamando due giornalisti di politica estera, testimoni sul campo – in Europa e in Cina – degli accadimenti degli ultimi anni: Attilio Geroni, inviato e responsabile desk Esteri al Sole 24 Ore, e Gabriele Battaglia, freelance con dieci anni di lavoro in Cina per diverse testate nazionali. Davanti ad un pubblico davvero folto, alla Sala Incontri della BCC Valpolicella Benaco Garda a Valgatara i due giornalisti hanno risposto alle domande de il direttore del gruppo L’Adige, Beppe Giuliano, e a quelle del pubblico.

Le interviste – nel video qui sopra – sono di Marco Danieli.

La quarta edizione del Festival del Giornalismo si conferma un appuntamento unico per affrontare le tematiche della stretta attualità, ma anche per osservare i cambiamenti di questa professionale e del mondo del media sempre più strategici nella “guerra ibrida” che caratterizza i nostri giorni, una guerra che è ripresa con forza a colpi di fake news e di interventi pilotati in vista delle prossime elezioni europee dell’8-9 giugno prossimi. Nei trenta incontri a Verona, e i quattro dell’Extra festival nella nostra provincia, il Festival del Giornalismo ha coinvolto 60 relatori e 2mila300 spettatori. Numeri di assoluto rispetto.

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