La “pattuglia del Garda” è il modello da riprendere per garantire la sicurezza

(di Mario Marino*) Ho avuto l’onore di comandare per 5 anni la Compagnia Carabinieri di Peschiera del Garda. Sono stati anni di sacrifici, ma anche e sopratutto di grandissime soddisfazioni. Peschiera è in una posizione strategica per l’accesso ed il controllo del lago. E’ la porta d’ingresso per chi viene in treno, dato che è la sua stazione ferroviaria che consente agevolmente l’accesso a tutta la sponda veronese. Ma a Peschiera c’è anche il casello autostradale dal quale si arriva alla gardesana, ai paesi del Garda ed a tutta l’area dei parchi, a cominciare dal più famoso grande parco di divertimento Gardaland. Il problema della sicurezza sul lago era prepotentemente tornato d’attualità il 2 giugno dell’anno scorso quando a Peschiera s’erano date appuntamento attraverso il tam-tam dei social bande di giovinastri che si sono abbandonate ad atti di violenza intollerabili durante la giornata. Prepotenze e violenze che erano continuate anche in treno, sulla via del ritorno ai luoghi dai quali i teppistelli erano partiti. 

Molti ricorderanno che soltanto alcuni anni fa, Peschiera è stata teatro di una battaglia che non esagero a definire epica. La strada regionale 11 era conosciuta in tutto il nord est come la strada del sesso. A Castelnuovo s’erano insediati da oltre 20 anni innumerevoli laboratori clandestini cinesi. Nel periodo estivo, e non solo, non si contavano i furti che spesso degeneravano in rapine nelle abitazioni e nelle ville. Le spiagge su tutto il litorale erano militarmente occupate da extracomunitari dediti alla vendita di merce falsa griffata. Le querele e denunce di cittadini che si lamentavano dei rumori e schiamazzi provocati dai locali notturni e da giovani spesso ubriachi, erano all’ordine del giorno.

Ci sono voluti 3 anni e più di mille servizi anti-prostituzione per liberare definitivamente la strada regionale 11. Nel primo servizio anti-prostituzione furono portate in caserma ben  78 ragazze, di cui 11 minorenni.

Sul fronte della contraffazione, 48 su 52 i laboratori  sequestrati con relative merce per un valore di oltre 3.000.000 di euro. I brillanti e indiscussi risultati sono stati faticosamente raggiunti grazie al sacrificio e all’impegno di tutta la compagine dei militari dell’Arma di Peschiera che hanno in quegli anni spesso rinunciato alle proprie ferie nel periodo estivo, allo scopo di non  sguarnire le difese della Compagnia. Grazie alla collaborazione con i sindaci del basso lago, venivano aggregati per tutta la lunga stagione estiva, 15 carabinieri provenienti dai battaglioni e financo carabinieri del reggimento a cavallo. L’obiettivo era quello di dare un supporto concreto ai militari di Peschiera, aumentando in tal modo il numero delle pattuglie sia appiedate, sia lungo i tratti stradali. I fine settimana poi, un elicottero dell’Elinucleo dei Carabinieri di Bolzano, sorvolava tutto il basso lago con l’obiettivo di fornire un aiuto dall’alto ai colleghi che operavano sulle strade.

I carabinieri aggregati per il periodo estivo, venivano alloggiati presso strutture alberghiere, ed erano i sindaci della giurisdizione della Compagnia Carabinieri a farsi carico di sostenere le relative spese, compreso anche il vitto. La collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri e i sindaci, ha dato risultati eccellenti, e graditi in particolare ai turisti, che apprezzavano, e molto, le pattuglie dei carabinieri a cavallo. Un personale plauso per la brillante iniziativa del Questore di Verona di istituire la ‘Pattuglia del Garda’.  Un importante segnale per far capire agli abitanti del Lago, ma anche ai milioni di turisti, italiani e stranieri, che arrivano per le vacanze, che lo Stato c’è e non intende fare neanche un passo indietro di fronte alla criminalità, grande o piccola che sia.

*maggiore dei Carabinieri in congedo

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