Le Pmi veronesi insegnano il mestiere alla grande industria

A volte anche i grandi possono imparare dai piccoli. Mercoledì pomeriggio nella sede degli Industriali di Piazza Cittadella, si è tenuto l’ultimo incontro del Club Ricerca e Sviluppo[//], l’organizzazione che raccoglie i rappresentanti di numerose aziende presenti sul territorio veronese. Nell’incontro infatti, è stato affrontato il tema “Innovazione e Sviluppo” dove le Pmi veronesi hanno svolto il ruolo di protagoniste come esempio di innovazione. Il confronto fra i soci del Club, ha fatto emergere che innovazione e sviluppo non sono necessariamente sinonimi di modernità di un prodotto e del suo processo creativo. Questi due termini assumono anzi un significato più ampio, soprattutto se riferiti alla vita di un’azienda. «Lo sviluppo risulta sterile se non è accompagnato da un cambiamento organizzativo e commerciale adeguato, anche in termini di marketing, – è stato ribadito nell’incontro – perché la qualità non corrisponde unilateralmente ad un buon prodotto, ma è un sistema complessivo organizzato attorno a tutti questi fattori». Secondo Franco Bocchini presidente del Club, questa concezione è un importante punto di appoggio su cui si basa la spinta delle aziende veronesi verso la crescita . «Dopo una prima fase d’incontri, durata un paio d’anni, con aziende eccellenti nel campo dell’innovazione, non appartenenti al nostro territorio – spiega Bocchini – il nostro club si è fatto sostenitore del sistema porte aperte all’innovazione. Abbiamo così deciso di portare come esempio alle aziende veronesi, esperienze più vicine. Le grandi imprese possono diventare direttamente motivo d’identificazione con quelle piccole, in vista anche di una collaborazione che aiuti a perseguire scopi comuni». Cooperazione e ricerca di obiettivi complementari anche all’interno di mercati apparentemente diversi, rientrano nella necessità di adeguamento che coinvolge direttamente le industrie sia negli scambi, che nell’amministrazione interna. «Uno degli scopi principali del Club è quello di rafforzare tutti quei fattori che accrescono il concetto globale di qualità, e che dipendono dalla pianificazione interna di ogni singola azienda», conclude Bocchini. Non è da meno il costante sviluppo della tecnologia, talvolta una sorta di sfida per l’azienda stessa, ma che può anche essere l’input che ne determina la crescita. Il settore delle telecomunicazioni, ad esempio, è fra quelli più soggetti ad un rinnovamento continuo e indispensabile, oltre che delle reti e dell’hardware, anche a causa delle esigenze più disparate da parte dell’utenza. «L’avvento del voice over IP (protocollo che rende possibile la comunicazione telefonica tramite connessione internet, ndr.), ha dettato diversi cambiamenti della nostra organizzazione aziendale», spiega Sandro Bordato, amministratore di Reteco, società che si occupa di sistemi e servizi per le telecomunicazioni aziendali. «L’adeguamento conoscitivo interno, ha permesso di spostarci in settori che prima non pensavamo neanche di approciare. Il nostro settore di attività subisce costanti evoluzioni e la capacità innovativa di un management aziendale oggi è quello di saper rincorrere queste tendenze tecnologiche e integrarle al proprio interno». Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail