Le sculture di D’Agostino a Possagno

Come parte integrante del primo premio che gli è stato assegnato, la Fondazione Canova ha dedicato, dal 6 al 28 giugno, lo spazio del Museo Gipsoteca di Possagno a Michele D’Agostino, vincitore della quarta edizione del concorso di scultura “Antonio Canova”, iniziativa voluta dalla storica [//]cantina Guerrieri Rizzardi di Verona. “Natura, Uomo, Mutamento” è il tema della personale in cui l’artista, in maniera ludica, propone la realtà del nostro vivere al visitatore rendendolo, grazie all’aiuto di congegni meccanici ed elettronici, ideale “interruttore” dell’opera”. La mostra accoglie creazioni in materiali diversi, di medio e grande formato. Tra di essi, alcuni recenti lavori che sottolineano la spiccata vocazione di Michele D’Agostino per le installazioni. Particolarmente significativa, “Giro del mondo in una stanza”, del 2013: viaggio aereo che tocca i vari continenti e che consiste in un pannello su cui sono incisi i nomi delle località, dei relativi aeroporti, dei tempi di scalo e di percorrenza, e il cui tragitto di otto giorni viene percorso in tempo reale da un aereo in scala. Ed è pure con un’installazione, “La conoscenza dell’ascolto”, che D’Agostino vince nel 2013 il Concorso “Antonio Canova”. Classe 1988, inizia gli studi al Liceo Artistico Statale di Benevento, quindi ottiene, nel 2010, il diploma di secondo livello in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove attualmente insegna formatura, tecnologie e tipologie dei materiali. Si ispira dapprima a problematiche della realtà sociale contemporanea attraverso macchine a grandezza naturale, con la volontà di indagare e la speranza di individuare la struttura fondamentale spogliata da ciò che è accessorio. In seguito, si serve del ferro, privilegiandone l’andamento lineare per restituire all’osservatore una visione tridimensionale, prossima a quella virtuale delle immagini computerizzate ma nello stesso tempo concreta, reale: una visione strettamente unita allo spazio, di cui finisce per inglobare la luce, il colore, le forme e l’atmosfera. Emblematiche di questa produzione, “Muletto” e “Ape” furono esposte nella mostra “Qui è altrove”, curata da Francesco Poli e Francesca Referza a Castelbasso di Teramo nel 2009. Per il sottile spirito ironico, da ricordare, inoltre, la “Ferrari che trascina un caravan”. La Fondazione Canova, in linea con l’insegnamento del grande artista veneto, ha desiderato condividere la proposta di Guerrieri Rizzardi di dedicare un’attenzione particolare ai giovani scultori. Tra le volontà testamentarie di Antonio Canova, infatti, veniva sottolineato il desiderio di predisporre uno spazio per talenti giovanili verso l’arte della scultura, della pittura e dell’incisione. Il museo canoviano, diretto con passione da Mario Guderzo, oltre alla storica Gipsoteca edificata all’inizio dell’Ottocento, per la conservazione dei modelli originali delle sculture di Canova si avvale anche dell’ambiente progettato, in tempi più recenti, dall’apprezzato architetto veneziano Carlo Scarpa. La cerimonia di premiazione del Concorso di Scultura “Antonio Canova” si tiene ogni anno in ottobre a Negrar di Valpolicella, presso Villa Rizzardi tra i vigneti dell’azienda patrocinante, le antiche tenute dei Guerrieri Rizzardi. Ribadendo così, anche con queste iniziative, l’antico legame dell’azienda con il territorio, maturato nel corso di cinquecento anni di attività viticola, e la profonda passione della famiglia per l’arte. (Franca Barbuggiani) Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail