Chievo, il vero campionato non è sui campi di gioco. E l’ex miracolo parte già sfavorito

Se per il Chievo il campionato scorso era finito male con la mancata promozione ai play-off quello in corso comincia anche peggio. Un pareggio striminzito col Pescara alla prima di campionato e una sconfitta in casa con la Salernitana per 2-1, rimontato e superato dopo essere andato in vantaggio con un gol di testa di Morsay ed essere andato vicino ad un altro gol con un palo di Bertagnoli. Grande gioco e movimento di palla nel primo tempo, ma poi nella ripresa la Salernitana che non aveva mai tirato in porta pareggia e raddoppia subito dopo. Ma quello che ha caratterizzato la partita condizionandone pesantemente il risultato sono stati gli errori dell’arbitro che ha negato al Chievo tre rigori: uno nel primo e due nel secondo tempo. E se sul fallo subito da un mobilissimo Fabbro si potrebbe anche discutere, non c’è il minimo dubbio sul fallo di mano in piena area su tiro di Morsay e sullo sgambetto fatto a Obi dentro il vertice destro della stessa che, danno unito alla beffa, ha portato anche all’espulsione del capitano clivense per le giuste proteste.

Proteste che si sono ripetute nel dopo-partita con le dichiarazioni di Aglietti, più guardinghe, e molto più esplicite del presidente Campedelli che ha denunciato una volontà di massacrare il Chievo da tre anni a questa parte. E l’allusione non è solo ai vari rigori negati.  I risultati deludenti, le difficoltà economiche della società e i sospetti che vi sia una qualche volontà di penalizzare quello che era stato il miracolo Chievo producono un clima che non fa sperare nulla di buono anche per il campionato appena iniziato. 

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