Coldiretti: aste al ribasso e tre x due, ecco le armi a difesa dei produttori per non farsi strozzare dalla filiera e dalla GDO

Svolta nel mondo agricolo che finora ha subito la prevaricazione dell’industria di trasformazione e della grande distribuzione in fase di commercializzazione delle materie prime. Con il Decreto Legislativo 198/2021 l’Italia ha infatti attuato la Direttiva Ue in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agroalimentare. Il Decreto è entrato in vigore il 30 giugno 2022 ma solo oggi si può fare una valutazione realistica della sua validità. Se ne è parlato durante l’incontro che Coldiretti Verona ha organizzato il 23 giugno rivolgendosi a un parterre di dirigenti associati che conducono aziende per lo più di indirizzo ortofrutticolo.

Alla serata è intervenuto Lorenzo Bazzana, Responsabile dell’Area ortofrutta della Confederazione Coldiretti nazionale, che ha illustrato ai presenti il Decreto.

“Il legislatore comunitario – ha detto Bazzana – si è finalmente reso conto della differenza di forza tra la grande distribuzione e le aziende agricole, spesso deboli in fase di trattativa. Il Decreto regolamenta una volta per tutte i rapporti tra produttori che si rivolgono al mercato del fresco e i loro acquirenti, siano essi commercianti o industriali, partendo innanzi tutto dal divieto di vendita sotto il costo di produzione degli alimenti”.

La direttiva prevede che il prezzo venga calcolato sulla base dei costi medi di produzione rilevati dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) o, in mancanza di questi dati, dal prezzo medio praticato per prodotti similari nel mercato di riferimento.

“La formazione del prezzo – ha continuato Bazzana – è la parte più delicata degli accordi che, pur con eventuali concessioni a elementi di flessibilità, devono essere sottoscritti con la massima trasparenza possibile. Se c’è unilateralità e non c’è condivisione tra le parti è chiaro che si palesa una pratica commerciale sleale”.

Secondo Coldiretti, che ha messo in atto una vera e propria campagna comunicativa verso le aziende agricole, l’unica strada per trovare una concreta applicazione del Decreto 198 è quella dei contratti sottoscritti tra le parti in cui devono necessariamente comparire alcuni elementi essenziali come la durata del contratto stesso, la quantità e le caratteristiche del prodotto venduto, le modalità di consegna e, ultimo ma non ultimo, il prezzo.

Sono ascrivibili al concetto di pratiche commerciali sleali l’annullamento senza preavviso di almeno trenta giorni di un ordine, oppure la richiesta di pagamenti non dovuti, o ancora la modifica unilaterale delle condizioni di compravendita ma anche il rifiuto di sottoscrivere il contratto.

“A prescindere dal fatturato o dalla natura della compagine aziendale, – è intervenuto all’incontro Giacomo Beltrame, vice Presidente di Coldiretti Verona – tutti gli imprenditori agricoli sono ora tutelati contro le speculazioni dovute all’estrema variabilità del riconoscimento economico al momento della cessione del prodotto. Ciò è possibile grazie allo strumento del contratto di filiera che impone la firma preliminare in un accordo basato sui principi della buona fede, della correttezza e della trasparenza”.

L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) è stato incaricato di controllare l’applicazione delle pratiche commerciali in ambito agricolo. Da parte sua Coldiretti ha siglato dei protocolli di intesa con la Guardia di Finanza e con i Carabinieri del Nucleo Tutela Agroalimentare che prevedono una fitta collaborazione nelle indagini. Nei primi sei mesi di operatività del Decreto sono stati effettuati circa 150 controlli nei settori dell’ortofrutta, dell’olio, della carne e del latte riscontrando il 10% contestazioni amministrative.

Le sanzioni pecuniarie previste dal Decreto vanno da mille a trenta mila euro ma in certi casi si calcolano in base al fatturato dell’ultimo esercizio arrivando a cifre anche molto consistenti.

“La grande novità – ha spiegato Bazzana – rispetto al Decreto Ue sta nel recepimento migliorativo che ha subito nel nostro Paese: prima i produttori erano gli unici titolati a segnalare eventuali difformità ora invece chiunque, Coldiretti in primis, si può rivolgere alle autorità deputate alla sorveglianza in caso di sospetta attività sleale nei confronti delle aziende agricole. Per esempio, il 3 per 2 che attira molto i clienti dei supermercati spesso camuffa una vera e proprio strozzatura a carico dei produttori che devono sobbarcarsi lo sconto pur di rimanere sugli scaffali. Questo non potrà più accadere. Così come non saranno più ammesse le aste al doppio ribasso in cui il buyer fissa un prezzo base per una prima asta ma dopo alcuni giorni indice una nuova asta partendo dal prezzo più basso proposto nella prima. Tutto ai danni dei soliti agricoltori”.

“Oggi – ha concluso Beltrame – ci troviamo nella fase più eroica perché si tratta di dare gambe al progetto e cambiare radicalmente i rapporti con i mediatori e i commercianti. È un percorso tutto da realizzare ma siamo certi che finalmente sia giunto per noi il momento di vedere il nostro lavoro valorizzato anche economicamente portando un giusto equilibrio all’interno della filiera agroalimentare”.

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