Contro il disagio giovanile, a Povegliano si mette in gioco la “Comunità Educante”. Tedeschi: “Il processo educativo coinvolge non solo insegnanti e genitori, ma l’intera Comunità”

Il disagio giovanile è letteralmente esploso dopo la pandemia, ma non trova ascolto e aiuto. Secondo lo studio multicentrico internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) condotto ogni anno e a partire dal 1983 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 41% degli adolescenti oggi ritiene che la propria salute mentale sia peggiorata e così la propria vita in generale. Bullismo, cyberbullismo, violenza di genere e disturbi del comportamento sono fenomeni acuiti dalla pandemia. Purtroppo l’Italia investe poco in politiche educative: nel nostro Paese solo l’8,2% della spesa pubblica finanzia l’istruzione, contro il 9,9% della media europea.

Per contrastare il rischio di disagio giovanile e di violenza di genere, l’Amministrazione comunale di Povegliano Veronese ha avviato una proficua collaborazione con i Centri Giovanili don Mazzi, fondatore delle comunità Exodus di recupero tossicodipendenti.  Dopo la realizzazione del progetto “Vivere Povegliano” con cui gli educatori dei Centri Giovanili hanno preso contatto col tessuto sociale ed educativo del paese, continua il percorso di welfare di comunità per dare il via alla “Comunità educante”.

«La costruzione della comunità educante e pedagogica – dice Giovanni Mazzi, presidente dei Centri Giovanili don Mazzi – rappresenta la seconda fase del percorso “Rigenerazioni”, che proponiamo alle pubbliche amministrazioni per sostenerle nelle politiche socio-educative. Se nella prima fase gli educatori hanno analizzato i bisogni e le risorse disponibili a Povegliano, ora si passa alla presa in carico dei problemi dei ragazzi tramite la partecipazione attiva, il coinvolgimento ed il coordinamento tra gli adulti. L’ultima fase prevede la realizzazione di centri di aggregazione giovanile nel territorio come strumento per contrastare il disagio, perché qui i ragazzi possono trovare divertimento sano e capacità di ascolto da parte degli adulti formati e preparati».

Nei prossimi mesi due educatori, specializzati in processi di rigenerazione delle comunità, incontreranno le numerose realtà associative e aggregative già a contatto con i giovani nel territorio, per fare rete e trovare insieme risposte e soluzioni contro il disagio giovanile. In questo modo l’intera comunità di adulti prenderà consapevolezza e costruirà iniziative coordinate per migliorare il benessere dei giovani di Povegliano. I giovani, dal canto loro, avranno un maggior numero di  interlocutori attenti alle loro esigenze, a partire dall’Amministrazione Comunale.

«Il percorso di welfare di comunità avviato dall’Amministrazione di Povegliano – precisa Giovanni Mazzi – rappresenta per i Centri Giovanili Don Mazzi un modello educativo virtuoso che è nostra intenzione proporre a tutte le amministrazioni del territorio».

Al termine del progetto, un evento aperto a tutti illustrerà i risultati raggiunti e sarà il momento ideale per iniziare la progettazione delle future iniziative, con la sottoscrizione di un patto educativo di comunità come strumento di partecipazione democratica.

«Di fronte ai gravi episodi di disagio giovanile e violenza di genere  – afferma la sindaca Roberta Tedeschi –  le famiglie e la scuola non possono essere lasciate sole. Educare è un percorso complesso che coinvolge non solo insegnanti e genitori, ma l’intera comunità. Tutte le realtà del paese devono mettersi in gioco, per portare i giovani al centro di ogni interesse, per crescere “per loro” e “con loro”; per trasmettere valori educativi e nello stesso tempo per cambiare e imparare proprio dai nostri ragazzi. Costruire insieme un tessuto di valori è la scommessa per una comunità realmente educante».

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