Eataly. Doveva essere il tempio del cibo, ma non funziona.  Farà la fine dell’Excelsior? 

Uno si sarebbe aspettato che da Eataly, presentato come un’esposizione permanente del top delle specialità alimentari nazionali, la gastronomia fosse uno dei pezzi forti e che, dei bei banchi di carne, di pesce, di salumi e formaggi, quello delle preparazioni già pronte fosse uno dei più frequentati.

Non è così. Se ci vai dopo le cinque del pomeriggio il banco della gastronomia è già chiuso. Una stranezza, dato che statisticamente è da quell’ora in poi che chi esce dal lavoro e non ha tempo di cucinare passa a prendersi qualcosa da mettere sotto i denti per cena. Ma poi, guardandosi attorno si può capire perché. C’è poca gente, pochi clienti. I parcheggi semivuoti. Sugli scaffali tanta roba. Ma poco di più che in un buon supermercato. Nulla di eccezionale. Sarà forse per questo che Farinetti sta tirando i remi in barca? A solo pochi mesi dall’apertura? Sembrerebbe un deja-vù.
Nel grande palazzo in stile Novecento che sta alla fine di via Mazzini, un isolato prima di Piazza Erbe, dove originariamente c’era il ‘Supercinema’ e quindi la Upim, nel 2014 aveva aperto l’Excelsior, un grande magazzino di lusso con al suo interno tutta una serie di boutique, un bellissimo bar ed un ristorante. Durò solo due anni. Troppo per Verona, dove non c’è un giro d’affari sufficiente per mantenere una struttura commerciale così grande e così bella.
Quando Eataly ha aperto in pompa magna nell’ex fabbrica del ghiaccio artificiale la prima domanda che è venuta alla mente è stata: non farà mica la fine dell’Excelsior?

La analogie sono tante. Anche il supermarket del cibo di Farinetti si colloca su alti livelli e si è presentato con il taglio di diventare punto di riferimento di chi vuol mangia bene, comprando prodotti d’eccellenza con un’offerta che va dal vino ai dolci, dalla gastronomia al tartufo, oltre che tutto quello che serve per mangiare tutti i gironi. In più ha anche accessibilità e facilità di parcheggio eccellenti.
Solo che dopo la curiosità delle prime settimane i veronesi non ci vanno più. O non ci vanno in misura tale da coprire i costi. Quanto potrà durare con queste premesse? Farinetti avrà anche le spalle grosse. Forse. Anche perché si dice che le cose non vadano a gonfie vele neanche un altre città. Ma questi sono affari suoi.  Quello che come veronesi ci lascia perplessi è, nel caso Eataly chiudesse, che cosa ne sarebbe della meravigliosa ex fabbrica del ghiaccio artificiale? La Fondazione CariVerona, proprietaria della pregevole testimonianza di archeologia industriale attraverso il fondo Beatrice, ha un piano B?

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