Filovia a Verona, da impatto certo a occasione di riqualificazione

(di Guido Zanderigo *) La filovia– se non altro per i suoi intrinseci limiti di portata – non risulta la scelta più idonea, aggiornata e attraente per attuare un decisivo quanto necessario travaso dalla mobilità privata verso il trasporto pubblico (in particolar modo in una città come Verona che sconta una percentuale di spostamenti su mezzo pubblico tra le più basse d’Italia).

A maggior ragione se si considera il forte impegno finanziario dell’opera e l’elevato impatto causato dai lavori.

Tuttavia, stanti gli atti formali già assunti dalle precedenti Amministrazioni e lo stato di avanzamento dell’iter realizzativo, esso appare ormai una scelta irreversibile.

Venendo quindi meno l’obiettivo principale che un trasporto rapido di massa avrebbe dovuto garantire a Verona, ci si trova oggi di fronte al bivio se utilizzare comunque questa occasione per valorizzare i quartieri attraversati dal percorso filoviario o calare senza alcuna attenzione l’infrastruttura nel tessuto urbano causando così una gravissima ferita su larga parte della città.

Ma, sarebbe possibile sfruttare i lavori per la filovia per cogliere l’opportunità di esprimere un concetto di mobilità al passo con i tempi e con le mutate esigenze e sensibilità della cittadinanza.

Filovia, così potrebbe cambiare la nostra città

L’ampiezza dell’intervento – che di fatto riguarderà la gran parte del territorio cittadino – offre infatti un’occasione irripetibile per dare un diverso e più vivibile volto alla nostra città.

Sulla scorta delle esperienze maturate in altre realtà europee – particolarmente illuminanti al proposito sono le realizzazioni in alcune città francesi come Lille, Grenoble, Nantes, Strasburgo – la nuova infrastruttura di TPL può essere occasione per creare un corridoio pedonale e ciclabile ai lati del percorso filoviario, nonché per ridisegnare le piazze e le zone di fermata trasformandole da rotatorie congestionate di traffico in aree restituite alla vita quotidiana.

In particolare le principali fermate fuori dal centro storico possono diventare i terminali di percorsi pedonalizzati che si prolungano all’interno dei quartieri recuperando una mobilità lenta, il piacere di raggiungere in sicurezza le fermate con brevi passeggiate attraverso strade ripiantumate, abbellite da aiuole, verde pubblico, spazi di convivialità, luoghi dedicati ai servizi per il cittadino, bar all’aperto, edicole, attività commerciali di vicinato, ridando così dignità e valore anche alle periferie della città.

Perciò, tenuto conto che, una volta chiusi i cantieri, ben difficilmente sarà possibile rimettere mano a quanto realizzato, Verona Polis chiede all’Amministrazione di abbracciare tale visione e – attraverso una temporanea pausa dei lavori – dar modo di far emergere tutte le possibili soluzioni atte a trasformare quest’opera in una reale opportunità per Verona.

(* coordinatore gruppo mobilità di Verona Polis Osservatorio Territoriale)

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