Il Tocatì patrimonio dell’Unesco? la risposta nel 2021

Sono stati presentati stamane a Venezia, a palazzo Grandi Stazioni della Regione, i contenuti e le finalità della candidatura multinazionale di iscrizione al patrimonio culturale immateriale tutelato dall’UNESCO di “Tocatì, un programma condiviso per la salvaguardia dei Giochi e Sport Tradizionali”. Da festival di successo, ideato e realizzato dal 2003 a Verona dall’Associazione Giochi Antichi insieme all’amministrazione comunale, Tocatì è andato oltre l’evento, diventando un progetto ampio e ambizioso di salvaguardia di un patrimonio culturale immateriale che appartiene a tante comunità internazionali.

L’assessore regionale alla cultura, nel suo intervento di apertura, ha sottolineato proprio “l’originalità e lo straordinario valore culturale e storico” del programma e ha ricordato come la Regione non solo sostenga il festival sin dalla sua nascita, ma stia fornendo un concreto appoggio per l’iscrizione di Tocatì nel registro UNESCO, con l’approvazione di una deliberazione che attesta la condivisione del percorso di candidatura e con una lettera del Governatore veneto al Ministro italiano della cultura nella quale esprime a nome della Regione “pieno supporto istituzionale… confidando in un positivo esito della procedura, nella convinzione che il progetto possa sicuramente rientrare fra i casi esemplari nella salvaguardia del patrimonio intangibile, e che il riconoscimento concorrerebbe a promuovere valori quali il rispetto per le appartenenze locali e la diversità culturale, la conservazione di retaggi del passato e la trasmissione di saperi in continua evoluzione, favorendo una visione del patrimonio come processo vivo, veicolo di contenuti e funzioni sociali identitari”.

Paolo Avigo, presidente dell’Associazione Giochi Antichi, ha evidenziato il carattere internazionale del progetto a cui hanno dato vita l’Italia (capofila), insieme a Belgio, Cipro, Croazia e Francia, ma al quale hanno già manifestato interesse anche altri Paesi. Avigo ha ricordato la complessità del processo di candidatura, che ha portato il 31 marzo scorso alla consegna del dossier, predisposto con l’aiuto della Regione del Veneto e del MIBACT, per il quale è intervenuto in collegamento da Roma Antonio Parente, direttore del Servizio UNESCO del Ministero, il quale ha evidenziato come questa sia la prima candidatura dell’Italia al registro di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (ICH). Ora non rimane che attendere la risposta, che arriverà da Parigi, sede del segretariato UNESCO, prevista entro la fine del 2021.

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