Le farmacie terminali del Servizio sanitario nazionale per abbattere le liste d’attesa

Le 19mila farmacie diffuse capillarmente su tutto il territorio nazionale vanno utilizzate per abbattere le liste d’attesa negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie ed avvicinare il son al cittadino. 

Ne è convinto Marcello Gemmato (FdI) sottosegretario alla Salute ma anche farmacista.
Ad utilizzarle come terminali sul territorio del sistema sanitario si era già capito nei primi anni duemila. E’ da allora che vennero collegate con il Cup per prenotare visite ed esami. Ma questo sarebbe un altro passo avanti.

Così chi deve fare un elettrocardiogramma o applicare un holter cardiaco o pressorio può andare dal farmacista con la ricetta del medico. Oppure, sempre in farmacia, potrebbero esserci dei servizi di telemedicina in quelle aree dove l’ospedale è lontano e per un anziano può essere utile avere un primo referto senza doversi spostare. Adesso potrebbero essere utilizzate assieme alla rete dei medici di famiglia ed ai pediatrici libera scelta per rinforzare la medicina territoriale e sollevare così gli ospedali di oltre prestazioni.
Con l’invecchiamento della società ci sono sempre più persone anziane con difficoltà di spostamento che potrebbero trovare nella farmacia il punto dove 

Recarsi per avere una diagnosi attraverso la telemedicina o dove farsi aiutare a gestire le loro terapie.

Di questo va tenuto conto nell’ambito della riforma sanitaria allo studio del Ministero e della Conferenza delle Regioni. Per i finanziamenti la copertura potrebbe essere data dai fondi del Pnrr per le liste d’attesa.

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