Il Verona gioca bene ma perde 1-0 con la Fiorentina

Il miglior Verona visto negli ultimi mesi. Grinta, gioco e molte occasioni. Peccato si sia mangiato 3 gol in pochi secondi. Il primo, dopo poco più di un minuto se l’è divorato Djuric, tirando in bocca al portiere un rigore guadagnato al 2° minuto da Folorunsho, migliore in campo. Il secondo l’ha sbagliato Sulsov, riprendendo la respinta dell’estremo difensore viola e il terzo Ngonge che alla terza ribattuta tira fuori a porta vuota. Sempre Ngonge si ripete all’8° tirando sull’esterno del palo.

Il Verona gioca bene ma perde 1-0 con la Fiorentina

Al 28° Djuric si fa parare un colpo di testa da 3 metri. Alla mezz’ora Ngonge si vede respingere da 2 metri un tiro gol dal portiere e poco dopo sfiora l’incrocio dei pali con un tiro a giro su punizione. Nel secondo tempo un altro paio di occasioni, anche se meno clamorose. Tutto pareva volgere per il meglio. Mai visto un Verona così determinato e che crea tante occasioni.

Il Verona subisce la legge del calcio

Ma nel calcio c’è una legge inflessibile. Quando si sbaglia un gol, poi lo si subisce. E se di gol ne sbagli 5 o 6 è scritto che prima o poi uno lo prendi. E così è stato. Su una mischia avvenuta al 72°, dopo ripetuti attacchi dei viola, che nella ripresa hanno assunto un atteggiamento meno arrendevole di fronte all’impeto dell’Hellas, è arrivato il gole dell’ennesima sconfitta. Ma stavolta non meritata. Ci sarebbe stato un pareggio o addirittura una vittoria. 

Ma c’è un dato tecnico che non si può tacere. Nel 2° tempo, dopo la sostituzione di Suslov con Dawidowicz, messo a fare il mediano, ovvero fuori ruolo, la fisionomia della squadra è cambiata: l’Hellas ha fatto meno gioco ed ha cominciato a subire la Fiorentina. Incomprensibile la scelta di Baroni, che tra l’altro insiste nel mettere al centro dell’attacco Djuric, nonostante adesso risponda anche di Henry, decisamente più mobile e versatile.

La classifica continua a piangere. Siamo penultimi a 11 punti. Ma nonostante tutto è la prima volta che il Verona dà segnali di aver cambiato passo e questo, nonostante la sconfitta, alimenta qualche speranza.

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