Caso Bigon. Alla fine l’ha avuta vinta la consigliera veronese del Pd

Alla fine l’ha avuta vinta lei. Nessuna punizione per Anna Maria Bigon, la consigliera regionale del Partito Democratico che il 16 gennaio con la sua astensione dal voto per la legge sul suicidio mediamente assistito ne ha impedito l’approvazione. Il caso è nato dal momento che il suo partito era favorevole, come del resto imprevidente della Regione Luca Zaia che l’aveva promossa e sostenuta e metà della Lega. Con la sua astensione la Bigon ha fatto sì che la legge non venisse approvata, scatenando la reazione dei compagni di partito. Il segretario provinciale di Verona Franco Bonfante l’aveva destituita da vice-segretario.

Il caso Bigon a livello nazionale

Il caso era diventato nazionale ed era stata coinvolta anche Ely Schlein in un dibattito circa la libertà di coscienza all’interno del partito. Anna Maria, coerentemente, non aveva mai fatto un passo indietro ed aveva sempre rivendicato il diritto di esprimersi liberamente su un tema etico come quello del fine vita. Di contro le veniva contestato di far parte di un partito e del dovere di attenersi alla disciplina del suo gruppo consigliare, sottolineando anche il fatto che avrebbe potuto comunque mantenere coerentemente la sua posizione contraria alla legge uscendo dall’aula. Il che avrebbe consentito alla legge di passare.

Caso Bigon. Alla fine l’ha avuta vinta lei

Ieri il gruppo consiliare del Pd alla Regione Veneto ha posto la parola fine ‘all’incidente politico’ del 16 gennaio: Bigon rimarrà al suo posto di vice presidente della commissione regionale Sanità, l’organismo cioè che tornerà ad occuparsi della legge sul suicidio medicalmente assistito.
“C’è stato un chiarimento franco, il che non significa che non sia successo niente – afferma la capogruppo Vanessa Camani – Nella discussione sono stati ribaditi tre concetti fondamentali: il diritto alla libertà di coscienza, il riconoscimento della pluralità, a condizione che sia funzionale a raggiungere un punto di sintesi avanzato, e l’impegno del Pd a proseguire nel lavoro per affermare i diritti civili”.
   

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