Cattolica Assicurazioni, un pool di banche per l’aumento di capitale, ma il prospetto non soddisfa Consob. Altri 50 milioni da Generali. Resta il nodo del CdA

(s.t.) Tre banche per la seconda tranche dell’aumento di capitale di Cattolica Assicurazioni, pari a 200 milioni, che dovrà completare il quadro del maxi piano di ricapitalizzazione da 500 milioni imposto da Ivass. Secondo indiscrezioni di agenzie di stampa e analisti dentro il consorzio al lavoro sull’operazione ci sarebbero Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Goldman Sachs. I primi 300 milioni dell’aumento di capitale sono già stati sottoscritti integralmente in ottobre dalle Generali tramite un’operazione riservata: la compagnia triestina potrebbe sottoscrivere pro-quota anche 50 milioni circa della seconda tranche. La composizione del pool non è ancora stata formalizzata e il via libera potrebbe non essere così ravvicinato: il consenso, dapprima previsto a gennaio, potrebbe slittare fino ad aprile perché il dialogo con Consob (che non ha ancora approvato il prospetto informativo) sta proseguendo.

L’Ivass sta continuando a pressare Cattolica perché l’aumento di capitale arrivi in fretta al mercato, e l’esito dell’ispezione (che si è conclusa con il rilievo di preoccupanti carenze sia nella governance che nella gestione dei rischi) non fa che sottolineare anche l’urgenza del profondo ricambio del consiglio di amministrazione. Tanto che il prospetto all’esame delle authority dovrà presentare agli investitori (e soprattutto ai numerosi piccoli risparmiatori che compongono l’azionariato della compagnia veronese) un quadro dettagliato dei rischi connessi alla sottoscrizione delle azioni. Anche perché quanto sta venendo alla luce quasi quotidianamente sta rendendo via via più complesso determinarne l’effettiva criticità.

Il Consiglio di amministrazione di Lungadige Cangrande ha in calendario il nuovo incontro domani, giovedì, con l’obiettivo di dare a Ivass almeno alcune delle risposte richieste. La più urgente e importante riguarda la selezione dei possibili nuovi membri del Cda, che la stessa authority aveva giudicato di scarsa competenza. Forse verrà chiesto il supporto di una società specializzata nella ricerca di figure di qualità. Nel frattempo l’amministratore delegato Carlo Ferraresi, su cui l’ispezione non ha sollevato rilievi, sta lavorando al piano industriale triennale che dovrà traghettare Cattolica alla Spa. E a una solida sicurezza.

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