Cinquant’anni fa moriva Adriano Romualdi, protagonista della cultura di Destra. Sabato 12 agosto un incontro per commemorarlo

(di Giovanni Perez) Cinquant’anni fa moriva Adriano Romualdi, protagonista della cultura di Destra. Sabato 12 agosto, nella sala incontri della Libreria Minotauro, in Via Cappello, alle ore 18, amici ed estimatori offriranno un tributo alla sua figura e alla sua opera.

Il cinquantesimo anniversario della morte di Adriano Romualdi, avvenuta per una tragica contingenza il 12 agosto 1973, per un incidente accaduto sull’Aurelia, al ritorno da Ceri, un piccolo paese a circa 50 km da Roma, tra la via Aurelia e la Cassia, accade in un momento particolarmente cruciale. Questo da quando è al governo una coalizione di destra e, come corollario di ciò, si sta registrando uno speciale ritorno di interesse verso quella cultura di Destra di cui possiamo sicuramente indicarlo tra i migliori e più profondi esponenti della sua generazione, così come ebbe a scrivere, ricordandone la figura, Julius Evola. Romualdi elaborò una certa idea della Destra, i cui lineamenti teorici se, per certi versi, risultano consegnati a superati contesti storici, per altri versi, invece, possono ancora offrire importanti stimoli e orientamenti per la stessa prassi politica quotidiana di una Destra coerente con i suoi più irrinunciabili principi.

   Per quanto incompiuta, la sua opera offre i punti di riferimento essenziali di una coerente visione del mondo, dell’uomo, dello Stato e della storia, alternativa alla sinistra nelle sue molteplici declinazioni, ma sempre riconducibili a quella che potremmo riassumere nella formula: “mitologia egualitaria”, che, a partire dagli anni giovanili, fu ricostruita fin nei dettagli. Sicuramente, quella certa idea della Destra risulta oggi ancor più radicale, perché rispetto agli anni Sessanta e Settanta, la nostra società è ulteriormente degenerata, soprattutto dal punto di vista etico e spirituale, approssimandosi, qualora non si registri una reazione risanatrice, un inevitabile collasso.

   I suoi interessi subito si orientarono verso gli studi storici, laureandosi con Renzo De Felice, ponendoli in connessione con la sua passione per la politica, respirata tra le mura domestiche, ossia dalla viva voce di suo padre, Pino Romualdi, il celebre protagonista del Movimento Sociale Italiano. Da qui i suoi studi sugli Indoeuropei e sull’Europa delle origini, sul Fascismo, sulla Rivoluzione Conservatrice tedesca, ma anche sul pensiero, non solo politico, di filosofi come Platone, Nietzsche, Spengler, Drieu La Rochelle e, soprattutto, di Evola, al quale dedicò una biografia ancor oggi fondamentale.

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