Fratelli d’Italia festeggia il primo anno del governo Meloni: la cronaca della mattinata

(di Simone Alessandro Cassago) Assise nazionale oggi di Fratelli d’Italia, con una modalità particolare ed itinerante; in quel di Roma erano riuniti i principali ministri del Governo Meloni e, in contemporanea erano collegati tutti i coordinamenti regionali del partito in diretta streaming.

Verona è stata scelta come unica rappresentate della componente veneta del partito, riunitasi all’Hotel Crowne Plaza in un sala gremita di folla; anchorman Ciro Maschio, coordinatore provinciale di FdI e presidente della seconda commissione giustizia a Montecitorio; dopo i consueti saluti di rito a tutti i presenti, Maschio passa la parola al senatore e ministro per le imprese/made in Italy Adolfo Urso, collegato da Catania.

Urso ricorda il successo ottenuto dal partito alle scorse elezioni politiche, che videro FdI in Veneto raggiungere il 36 % dei consensi, una soglia importante che pone la formazione politica come principale partito di riferimento del centro-destra in Regione; Urso prosegue promuovendo la manovra di bilancio “leggera”, da poco approvata dal parlamento, di 24 miliardi.

“Leggera – spiega Urso – perché il peso del debito pubblico è sempre più gravoso con un rapporto deficit /PIL al 4,5% e le agenzie di rating prossime a valutare la salute del sistema Italia (il primo giudizio di Standard & Poors emesso venerdì sera a mercati chiusi ci ha graziati, mantenendo la tripla B sui nostri titoli del debito pubblico con outlook “stabile”; ora attendiamo nell’ordine DBRS – Fitch e Moody’s. ndr)”.

Fratelli d’Italia, la manovra 2024

Urso rimarca il peso notevole sul debito pubblico, gravato dalla situazione pandemica e dai troppi ristori e bonus dei governi precedenti, erogati massivamente e senza un criterio razionale fattibile. Sottolinea, con onestà intellettuale, anche gli errori commessi con il superbonus, ma non manca di evidenziare che la manovra ha come priorità quella di aiutare famiglie e imprese strozzate dall’inflazione e dagli alti tassi di interesse, le quali vivono momenti di concreta e tangibile difficoltà; ricorda che l’Italia è un paese resiliente , in grado di affrontare qualsiasi sfida.

Il ministro padovano ricorda anche il taglio del cuneo fiscale (che in tanti hanno annunciato in passato senza mai arrivare a soluzioni concrete), che porta 100 euro netti in più nelle buste paga e, nelle tasche degli italiani; l’abolizione del reddito di cittadinanza senza aver causato gravi conflitti sociali; la necessità di sostenere natalità, lavoro e famiglia con sostegni economici alle imprese in difesa del     nostro “Made in Italy” e, infine, la necessità di mantenere sempre un costante dialogo con l’Europa, per far continuare a ricevere soldi freschi dal “Recovery Plan”, quanto mai esiziali per traguardare gli obiettivi del PNRR vigente.

Ciro Maschio, in una breve sintesi, loda i progressi raggiunti dal governo, evidenziando la delicata situazione dei prezzi delle materie prime energetiche, per le quali l’esecutivo sta studiando un calmieramento delle accise (tasse che gravano molto sul prezzo finale); cita inoltre altri vari indici di natura economica, come quello della ripresa, anche se temperata, di fiducia da parte dei consumatori, uno spread in risalita sì ma non ancora tale da destare facili allarmismi, e l’andamento di Borsa Italiana nel complesso positivo, con una risalita delle quotazioni (da settembre 2022) del 27%.

Fratelli d’Italia, Soranzo: cambieremo il Veneto

Viene, quindi, passata la parola, all’esponente del partito in Regione Enoch Soranzo (presidente del gruppo di FdI in consiglio regionale): “Il Veneto è la vera locomotiva del partito in Italia, e FdI sta apportando cambiamenti importanti nel governo della regione – sottolinea – ed i “gufi” che si domandavano se la compagine guidata da Giorgia Meloni sarebbe riuscita ad imporsi, a farcela, a non implodere su stessa, sono stai smentiti di fronte ad una classe politica del partito sempre più stabile e attenta alle istanze della società”.

Puntualizza il fatto che la globalizzazione sia ormai morta e finita, così come la intendevamo e che ci si debba impegnare di più sul tema dell’immigrazione (rivolgendo un pensiero sul fatto che, su tale fronte, la crisi in medio oriente possa esacerbare gli animi).

 E’ il momento, in successione, del senatore Luca De Carlo, presidente della nona commissione parlamentare in tema di industria – commercio e agricoltura: “In un anno di governo – sottolinea – tanto è stato fatto e per rimanere saldi al potere fino a fine legislatura, tanto c’è ancora da fare. Stiamo governando in un periodo di estrema difficoltà sia in termini economici che geopolitici, ma manterremo il nostro impegno per il sistema impresa – famiglia, le colonne portanti dell’azione governativa”.

Guido Crosetto, in collegamento da Roma, sottolinea: “L’Italia è una montagna la cui scalata è particolarmente difficile; Giorgia Meloni ha iniziato ad apporre i picchetti per iniziare la scalata, il percorso è ancora difficile, ma il governo è pronto a qualsiasi sforzo. Fortunatamente, il premier è stata capace di allacciare rapporti saldi nel mondo: è una donna lungimirante che guarda avanti in modo prospettico e si fa carico dei fallimenti con la consapevolezza di poter sempre migliorare (l’esempio è l’impegno di dialogo con l’Africa per fermare i flussi migratori di massa, aiutando le popolazioni che scappano nel loro territorio).

Ora Giorgia Meloni è rispettata in campo internazionale – aggiunge Crosetto – ed è impegnata ad attuare un radicale cambio di mentalità nel governo dello Stato, al fine di ricompattare gli Italiani dinnanzi ad una sincera visione di “senso dello stato” che manca ormai da troppo tempo”.  

Fratelli d’Italia, Meloni: “Spalle larghe e testa alta”

L’assise si conclude con un video di Giorgia Meloni, registrato ieri dal Cairo, in cui il Presidente del Consiglio manifesta gratitudine agli italiani per avere eletto e voluto, primo ed unico caso finora nel nostro paese, una donna alla guida delle sorti della nazione; si tratta di un governo veramente ”voluto dal basso”, ovvero dagli elettori, dopo 11 anni di governi non eletti ma “nominati”.

“Sono fiera – spiega – del lavoro svolto finora, senza essere scesa troppo a compromessi di sorta, orgogliosa della compattezza fin qui dimostrata dalla maggioranza. Non mi sfilo dagli errori che posso aver commesso, in un contesto generale di particolare difficoltà: la priorità resta il lavoro, la sfida da vincere per ricompattare il Paese e dare speranza alle classi meno agiate. Ho le spalle forti – rimarca Meloni – per continuare a controbattere a testa alta a tutti gli attacchi che costantemente mi arrivano dalle opposizioni”.

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