Giorgia Meloni è premier. La guerra civile è finita e l’Italia è tornata un Paese normale

(di Bulldog) A buttarla in vacca ci sono i bookmaker: queste sono le quote delle scommesse sulla durata del governo di Giorgia Meloni. Secondo Oddsdealer.net, che opera per i bookmaker internazionali, è difficile che il governo Meloni arrivi a concludere la legislatura, un’ipotesi a 3,30, contro il ‘no’ più probabile a 1,25. Le previsioni sono comunque confortanti per la prima parte del mandato: la possibilità che il neo governo duri un anno è infatti offerta a 1,30, mentre per raggiungere almeno 2 anni di legislatura la quota sale a 1,40. Tagliare il ‘traguardo’ dei 3 anni di governo vale 1,70, con il ‘no’ a 1,95.
Ma questo è il “colore”, il contorno di una giornata storica. Dopo 28mila giorni, più o meno, dalla fine della Guerra Civile nel nostro Paese, con la cessazione delle ostilità della Seconda Guerra Mondiale; dopo 36.500 giorni dalla marcia su Roma, oggi in Italia c’è un’alternanza piena, compiuta, fra Sinistra e Destra o se vogliamo fare i democristiani fino in fondo, fra centrosinistra e centrodestra. Una giornata storica per davvero.

La “conventio ad escludendum” è definitivamente caduta. Decide il popolo, tranquillamente, fra progressisti e conservatori. Senza timore di perdere la propria libertà, senza paura di esprimere liberamente la propria opinione, senza ideologia, sapendo di dover valutare fra qualche anno se Giorgia Meloni ha fatto bene o male, se merita una riconferma oppure no. Una normale , compiuta e matura, alternanza democratica.

Certo, c’è ancora molto da fare. Ci sono ancora poche donne e pochi giovani impegnati nella vita pubblica. Lo Stato resta bizantino e pesante. Ma avere oggi al vertice di Governo, Consulta e Servizi di sicurezza tre donne è un segnale di rivoluzione gentile che va colto con gioia.

Ora la Destra ha un dovere grande, enorme: dimostrare coi fatti – atti e comportamenti – che è consapevole di questo momento, che è degna della fiducia di milioni di Italiani e che è in grado di reggere e superare le sfide della contemporaneità. E di guidare la rinascita.

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