Giro di vite del ministro della Salute sui medici ‘gettonisti’ e indennità speciale per quelli che lavorano nei Pronto Soccorso

Orazio Schillaci ha iniziato la sua battaglia per eliminare il fenomeno dei medici ‘gettonisti’, ovvero di quei camici bianchi che per coprire la carenza di sanitari nelle strutture pubbliche si sono organizzati in servizi gestiti da cooperative e da società tra professionisti, che a fronte di compensi “interessanti” proposti, effettuano delle giornate di lavoro o delle reperibilità notturne.
Dice il ministro che ha mandato i Nas a fare delle ispezioni e che sono risultate tante irregolarità, come quella di avere un’età superiore a quella consentita per lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale o che addirittura non avevano i requisiti necessari per operare in certe aree.
“Abbiamo voluto dare un segnale molto chiaro, – dice Schillaci-  per interrompere questo fenomeno inaccettabile”. Anche perché i ‘gettonisti’, aggiunge, vengono pagati anche tre o quattro volte di più dei dipendenti del Ssn. “Credo che nei prossimi mesi – ha detto il ministro- ne vedremo la ricaduta, perché interrompendo una concorrenza interna renderemo più attrattivo l’Ssn”.
Oltre alle ispezioni dei Nas il ministro ha annunciato che per un certo periodo di tempo verrà consentito anche agli infermieri di svolgere attività libero-professionale per sopperire alla mancanza di questa categoria fondamentale. Inoltre ha stabilito un’indennità importante per tutti gli operatori del Pronto Soccorso e dell’Emergenza. Indennità che avrebbe dovuto scattare dal primo gennaio dell’ano prossimo, ma che è stata anticipata al primo giugno.
Positive queste due ultime decisioni. Lascia invece perplessi la volontà di stroncare il fenomeno dei ‘gettonisti’, perché denota un vizio di fondo: quello di confondere la causa con l’effetto. Se esistono dei medici liberi professionisti che singolarmente o in cooperativa offrono il loro servizio per coprire i buchi lasciati dalla mancanza di personale medico negli ospedali e per questo vengono pagati il problema non sono loro, ma la disorganizzazione della sanità italiana. Se fosse stata fatta una programmazione seria del numero di medici necessari al Ssn e i camici bianchi venissero pagati adeguatamente il problema non esisterebbe. Ed è sulle cause, e non sugli effetti che bisogna agire. Prima che sia troppo tardi.

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