Si contano i danni della grandinata che ha colpito la provincia di Verona. E non si trovano più parabrezza di ricambio 

Le vigne, i frutteti -soprattutto le pesche, nella zona di Peschiera, Bussolengo, Sommacampagna, Sona e Villafranca- e i seminativi sono stati devastati dalla grandinata di lunedì sera e il raccolto della frutta pare irrimediabilmente compromesso.

Per chi le ha, scatteranno le assicurazioni. E’ invece più dura per chi non le ha, come quelli che hanno confidato nelle reti di protezione degli alberi da frutto, e che hanno investito notevoli capitali per il loro allestimento, e s’è visto comunque rovinare il raccolto dai chicchi che ne hanno sfondato le maglie. Ma non ci sono solo i danni all’agricoltura. 

Nella zona del basso Garda, da Peschiera a Castelnuovo, la grandine ha devastato, oltre ai vigneti del Lugana, una quantità enorme di pannelli solari. Una spiacevole sorpresa per tutti quelli che avevano deciso di essere ‘più ecologici’ o semplicemente di poter abbattere la spesa della bolletta producendo l’elettricità in proprio con i pannelli sul tetto. Quel risparmio è andato in fumo nel giro di una mezz’ora lunedì sera con nubifragio. 

Per quanto annunciato, poco hanno potuto fare per salvare i pannelli. Molti, non solo sono stati infranti dalle palle di grandine, ma addirittura sradicati dal vento dalla loro sede. E quand’è finita la tempesta i proprietari se li sono trovati a penzolare dal tetto ancora attaccati ai cavi elettrici.

Ma il danno più diffuso è stato fatto alle macchine. Sono centinaia gli automobilisti che, avendo le auto posteggiate all’aperto o che sono stati costretti a fermarsi sotto la grandine, hanno avuto distrutto il parabrezza e il lunotto posteriore. Per non considerare le ammaccature su tutta la carrozzeria. Un bel danno. Centinaia di euro solo per i cristalli. Ma il danno non è solo economico.

Le auto colpite dalla tempesta solo a Peschiera sono moltissime. Sia quelle degli abitanti, che quelle dei turisti.  Le officine specializzate, tipo VetroCar o CarGlass,  e quelle dei carrozzieri sono state prese d’assalto. Per poter avere il parabrezza nuovo, condizione indispensabile per circolare, bisogna prenotarsi.

E la fila delle prenotazioni è lunghissima. Non solo. Non ci sono più cristalli di ricambio neanche nei magazzini e bisognerà aspettare giorni per poter avere la macchina riparata. E intanto si vedono in giro tante auto con teli di nailon fissati alla carrozzeria con lo scotch ali posto dei finestrini. Un bel guaio.

Passata è la tempesta”, come diceva il poeta, ma non “s’odono augelli far festa”, né “la gallina che tornata in su la via ripete il suo verso”. Solo imprecazioni contro la grandine.

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