Il mondo del vino dopo il Covid? Nel 2021 meno produttori, meno sostenibilità, meno capitale investito, più digitale

Come sarà il prossimo anno per l’industria del vino? a rispondere è stata una ricerca del Prowein di Dusseldorf – la prossima edizione si svolgerà nel 2022 ed è la principale concorrente del Vinitaly – che ha affidato all’Università di Geisenheim (prof.ssa Simone Loose, Direttrice dell’Istituto per l’economia del vino e delle bevande) il compito di intervistare i produttori in 49 Paese. Il quadro che ne emerge è quello di un settore che sta accelerando il suo cambiamento nell’approccio al mercato e che porterà a mutazioni profonde e permanenti con aggregazioni di imprese, riduzione del capitale investito ed un passo indietro nella scelta della sostenibilità.

Per quel che concerne il settore gastronomico ed alberghiero, gli esperti si aspettano unanimemente una lenta ripresa: anche dopo la crisi si registrerà una certa cautela e moderazione da parte dei turisti e solo uno su vignaiolo tre immagina una forte e rapida crescita. Gli hotel, i ristoratori ed i loro fornitori di vino hanno quindi ancora bisogno di molta forza per superare questa fase e per sopravvivere economicamente.  Un esperto su tre è ottimista e si aspetta dopo il Covid-19 un completo recupero delle vendite di vino del settore della ristorazione con le sue opportunità per nuove politiche aziendali.

Domanda del commercio del vino leggermente in calo

Quattro acquirenti su dieci nel campo del commercio del vino, della gastronomia e dell’industria alberghiera intendono inserire ed acquistare nuovi vini da nuovi produttori nel 2021. D’altra parte, un acquirente su tre sarà costretto ad acquistare meno vino nel prossimo anno a causa della necessità di tagliare i costi e ridurre il capitale impiegato.

Lo spostamento dei canali di vendita avrà un effetto duraturo

Gli esperti concordano sul fatto che la vendita di vino online continuerà a svolgere un ruolo molto forte anche dopo la pandemia. Allo stesso modo, le vendite di vino tramite il commercio alimentare usciranno più forti da questa crisi.  Uno su tre prevede in futuro anche la vendita di vini premium tramite il commercio alimentare tradizionale.

La richiesta futura del vino dovrebbe essere leggermente inferiore a quella precedente

Per il periodo successivo al Covid-19, un esperto su sette prevede una ripresa della domanda di vino al livello precedente. La percentuale di intervistati che credono in un rilancio incompleto è leggermente superiore a quella che si aspetta una crescita della domanda di vino. Il commercio del vino focalizzato principalmente sull’ Europa Centrale è un po’ più ottimista dei produttori di vino concentrati sull’Europa Meridionale. I produttori di vino della Germania e del Nuovo Mondo, nonché i rivenditori di vini specializzati, si aspettano dopo la crisi, una maggiore domanda di vini premium rispetto a prima della crisi, mentre le aspettative dei produttori di vino dell’Europa meridionale, per quel che riguarda i vini premium, sono piuttosto basse.

La trasformazione digitale del settore vinicolo sta accelerando

Le aziende appartenenti a tutti i settori della catena del valore del vino concordano sul fatto che la digitalizzazione svolgerà un ruolo molto più importante dell’industria del vino. Anche se ci sono ancora ostacoli legali nelle vendite online transfrontaliere, tra i paesi dell’UE, due intervistati su tre convengono sul fatto che i produttori, in futuro, punteranno maggiormente sulla commercializzazione digitale. Anche il 56 percento dei rivenditori prevede inoltre di aumentare la propria spesa per il marketing digitale e più di uno su tre desidera investire in nuovi modi per raggiungere meglio telematicamente i propri clienti. Anche l’introduzione della digitalizzazione nella produzione di vino, continuerà ad accelerare e gli esperti concordano sul fatto che la crisi del Covid-19 non rallenterà questo processo.

Covid-19 accelera il cambiamento strutturale e la diversificazione

Gli esperti intervistati ritengono che il crollo improvviso di importanti canali di vendita e mercati di esportazione significherà che i produttori di vino dovranno diversificare maggiormente per ridurre la loro dipendenza ed il rischio dei singoli canali e mercati. Ciò sarà possibile solo attraverso un’ulteriore crescita aziendale o collaborazioni che consentono una specializzazione in più nel commercio e garantiscono il volume di vendita necessario. Due produttori su tre intervistati si aspettano che la crisi del Covid-19 avrà un impatto negativo sul settore tale che alcuni produttori non sopravvivranno economicamente.   Ciò porterà a un’ulteriore accelerazione del cambiamento strutturale già esistente, da cui emergeranno meno aziende, ma più grandi.

Covid-19 rallenta la velocità di sostenibilità del settore

L’ultimo Business Report 2019 della ProWein ha evidenziato come il progressivo cambiamento climatico nel settore vinicolo abbia portato ad un crescente impegno per la sostenibilità del settore. La maggior parte delle misure a tutela dell’ambiente richiedono, tuttavia, investimenti da parte delle aziende. Già da ora il Covid-19 ha portato al rinvio degli investimenti ed aggredito la sostanza economica di molte aziende, necessaria per misure volte ad aumentare la sostenibilità. Tre esperti su dieci temono quindi che i produttori non saranno in grado di aumentare la loro sostenibilità ecologica con la necessaria rapidità e di adattarsi ai cambiamenti climatici.

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